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Politica

Stati Generali della Natalità: contestata la Ministra Roccella

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Stati Generali della Natalità

Agli stati generali della Natalità contestata la Ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia, Eugenia Maria Roccella dal Collettivo studentesco Aracne

Un gruppo di giovani del Collettivo studentesco transfemminista “Aracne” ha vivacemente contestato, agli Stati Generali della Natalità, la Ministra Roccella, il modello “dio, patria e famiglia” e l’inserimento nei consultori delle associazioni “Pro Vita”

La quarta edizione dell’evento organizzato presso l’Auditorium della Conciliazione a pochi passi dal Vaticano è partita con l’intervento del promotore Gigi De Palo e la sua proposta di creare un’Agenzia Governativa della Natalità e si è augurato che “possa essere discussa in Consiglio dei Ministri entro la fine del 2024”. Ad ascoltarlo una platea di giovani delle scuole superiori e addetti ai lavori

Al primo panel partecipano Roccella, Jessica Barcella, all’ottavo mese di gravidanza, una libera professionista precaria invitata per parlare di conciliazione ed il presidente Nazionale del Forum delle Famiglie Adriano Bordignon.

Quando la Ministra ha preso parola è iniziata la contestazione, fatta di fischi e slogan anni ’70 “Sul mio corpo decido io” da parte di una cinquantina di giovani. Subito dopo cori contro i Pro Vita che devono essere “fuori dai consultori”.

In platea la situazione si scalda sempre verbalmente e sono tutti in piedi. Si alza così anche la Roccella e tenta un approccio con i contestatori.

“Ragazzi ma noi siamo d’accordo, nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne. Ed è per questo che siamo qui perchè oggi le donne non decidono fino in fondo, liberamente, se vogliono avere figli. Abbiamo questo problema”, dice la Ministra. La contestazione non si placa nemmeno dopo l’intervento sul palco di una studentessa che dice: “Ci dicono di fare figli in questo mondo, quando c’è un conflitto e muoiono i bambini e non ve ne frega niente”.

La Ministra Roccella riprova a prendere la parola, ma è praticamente travolta da un coro di “vergogna, vergogna”. A quel punto decide di andare via.

Ha spiegato che era necessario “per far proseguire il convegno e non far subire ai miei due interlocutori la mia stessa sorte di censura. A Torino, dove la contestazione era rivolta solo a me, sono rimasta sul palco due ore. L’ho fatto per rispetto nei confronti degli altri pensando che in mia assenza i contestatori se ne sarebbero andati e così è successo”.

L’intento della contestazione per la Ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia è chiaro: “la contestazione non era solo nei miei confronti o del Governo, ma sul tema della natalità come dimostrano i fischi da cui è stata sommersa la mamma incinta che era sul palco con me. Quello che si contesta è la maternità come libera scelta”.

Di tutt’altro avviso i contestatori del Collettivo studentesco Aracne sul concetto di Maternità che “non deve essere il fine ultimo della donna: noi chiediamo un altro tipo di società”.

Il primo a dare solidarietà alla Ministra Roccella è il Presidente della Repubblica. In una nota del Quirinale si legge: “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato alla Ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella,  per esprimerle solidarietà per quanto accaduto stamattina agli Stati Generali della natalità, sottolineando che: «Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione»“.

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