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Esteri

Diverse risposte europee alla crisi ucraina: un quadro variegato

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Ucraina
foto da redazione

Ucraina: anche l’Estonia valuta l’invio delle truppe a Kiev. Il Governo di Tallin descrive l’ipotesi per ruoli non di combattimento

La comunità internazionale continua a reagire in modo diversificato alla crescente crisi in Ucraina, con paesi europei che adottano approcci divergenti di fronte alla crescente tensione tra Kiev e Mosca. Mentre alcuni Stati si preparano a fornire supporto logistico e addestrativo, altri mantengono una posizione di riserva, riflettendo le complessità della situazione geopolitica.

Estonia e Lituania

L’Estonia decide di unirsi alla Lituania nell’esaminare attentamente l’opzione di inviare truppe nella parte occidentale dell’Ucraina per svolgere ruoli non combattenti, al fine di liberare risorse ucraine per il fronte. La posizione estone è stata delineata da Madis Roll, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Alar Karis, che ha sottolineato la preferenza per un intervento nell’ambito di una missione NATO, ma non esclude una coalizione più limitata.

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La premier lituana, Ingrida Simonyte, ha annunciato l’intenzione del suo paese di inviare militari in missione di addestramento in Ucraina, nonostante le minacce di Mosca. Queste mosse riflettono un’ampia solidarietà baltica nei confronti di Kiev, anche di fronte a reazioni ostili da parte della Russia, che ha minacciato esercitazioni nucleari tattiche in risposta a simili dichiarazioni.

Italia

Al contrario, l’Italia ha ribadito il suo rifiuto di inviare truppe in Ucraina, mantenendo una posizione di sostegno all’indipendenza territoriale ucraina senza voler coinvolgersi direttamente nel conflitto con la Russia. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha sottolineato che, nonostante la solidarietà con Kiev, l’Italia non è in guerra con la Russia e quindi non invierà truppe nel territorio ucraino.

Francia

La Francia, guidata da Emmanuel Macron, ha prospettato l’ipotesi di un intervento militare solo in specifiche circostanze, sottolineando la necessità che Kiev richieda esplicitamente il sostegno occidentale e che la Russia rompa il fronte attuale. Questo approccio riflette una strategia più cauta, che tiene conto delle implicazioni di una escalation militare nella regione.

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