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World Protection Forum: il Dr. De Vito relaziona su IA

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WP Forum 2023

Il Dottor Domenico De Vito dello Studio Sgariglia & Partners relazione su IA tra lavoro e relazioni industriali

Il Dott. De Vito Domenico dello Studio Sgariglia & Partners condividerà dal palco del World Protection Forum a San Marino riflessioni cruciali sulle trasformazioni scaturite dalla Quarta Rivoluzione Industriale e l’Industria 4.0.

Questo processo industriale ha ridefinito il concetto di impresa, creando nuovi mercati guidati dalle innovazioni scientifiche. Al World Protection Forum a San Marino, si focalizzerà sulle implicazioni dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, esaminando la proposta quadro per il regolamento Ue sull’intelligenza artificiale.

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La sorveglianza umana e la trasparenza emergono come chiavi di volta per la tutela dei diritti fondamentali, sottolineando l’importanza di un approccio proattivo nelle relazioni industriali.

Il Dott. De Vito affronterà le sfide legate al contratto di lavoro e la responsabilità delle aziende nell’implementare tali tecnologie, promuovendo una cultura dell’intelligenza artificiale centrata sull’umanità e la giustizia sociale. Grazie a tutti per l’attenzione.

Di seguito il testo del suo discorso:

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Dott.re De Vito Domenico
Tema: L’innovazione che cambia il mondo
Titolo: Intelligenza artificiale tra lavoro e relazioni industriali.

Salve a tutti

La storia della nostra umanità è sempre stata caratterizzate, ed ancora tutt’ora caratterizzata da profondi cambiamenti. Oggi si sente parlare spesso in tv di Quarta rivoluzione industriale, mentre invece nel mondo delle imprese e del business si parla di Industria 4.0.

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Questo particolare processo industriale sta completamente rivoluzionando il mondo delle imprese, generando così una nuova forma di mercato, che nasce da un nuovo ciclo produttivo e sociale, dove gli operatori economici per effetto delle grandi innovazioni scientifiche, individuano nelle nuovetecnologie, lo strumento che gli permette la massimizzare i profitti, abbattere i costi e ottimizzare i fattori produttivi.

La Quarta rivoluzione Industriale poggia le sue basi sull’intelligenza artificiale, sulla robotica, su tecnologie quantistiche, sulla realtà virtuale, che hanno ormai invaso la quasi totalità dei settoriproduttivi, portando una profonda rinnovazione strutturale del concetto di impresa e di organizzazionedella stessa , basato sulla progettazione e sulla realizzazione di nuovi prodotti e servizi, tenendo inconsiderazione le diverse fasi di analisi, di produzione e di verifica dei processi, caratterizzate da un elevato livello di interconnessione reciproca.

Questo particolare tipo di contesto economico, sollecitato anche dalla forte spinta della globalizzazione e del mercato unico, comporta sia una progressiva smaterializzazione ma allo stesso tempo anche l’internazionalizzazione della produzione e dei suoi diversi fattori.

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Ed oggi dal prestigioso palco del World Protection Forum, in questa meravigliosa cornice dellaRepubblica di San Marino, voglio portare alla vostra attenzione proprio uno dei fattori della produzione. Il lavoro. In un’epoca in cui si parla sempre più di imprenditori, fornitori e consumatoridigitali, dove si viaggia alla velocità della luce, facendo sempre più ricorso in maniera massicciaall’intelligenza artificiale, dobbiamo chiederci in che modo quest’ultima stia influenzando il lavoro, la contrattazione collettiva ed in più in generale le relazioni industriali.

Partendo dalla Proposta quadro per il regolamento Ue sull’intelligenza artificiale, possiamo vedere come la Comunità Europea sia molto sensibile a questo particolare tema, facendo della sorveglianza umana, e della trasparenza le principali forme di garanzia a tutela dei diritti fondamentali, difronte ai possibili rischi di violazione derivanti dall’utilizzo di algoritmi e di nuove tecnologie. Questi due temi possono essere considerate le due facce della stessa medaglia.

Quando parliamo di sorveglianza umana nelle diverse modalità in cui essa si qualifica, non possiamonon parlare del tema della gestione del rischio o meglio della compliance e di tutti i sistemi di gestione, di controlli e di prassi operative che essa comporta. Una compliance efficiente e proattivapresuppone una adeguata valutazione dei rischi e la conoscenza dei processi che regolano la tecnologia, aprendo così le porte alla trasparenza. Quest’ultima però non deve essere intesa solo come la conseguenza diretta di prassi operative complesse, ma deve essere intesa come un valore, come un principio di buon senso che si incarna non solo nel mondo digitale ma anche nella società civile.

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La problematica principale legate all’utilizzo dell’intelligenza artificiale al mercato del lavoro può essere ricondotta al contratto di lavoro ed in particolare ai nuovi obblighi in capo ai datori di lavoro e alle tutele del contraente debole del sinallagma funzionale, ossia al lavoratore. Così facendo, si sta piano piano rivoluzionando il concetto stesso di contratto di lavoro subordinato che tutti noi conosciamo, caratterizzato dall’elemento dell’eterodeterminazione in capo al datore di lavoro, con i conseguenti doveri in capo al lavoratore, come ad esempio quello di obbedienza, di non concorrenza, di correttezza e di diligenza.

Oggi vi è un rovesciamento di questa logica, in quanto anche ai datori di lavoro che ricorrono all’intelligenza artificiale o ai sistemi di monitoraggio automatizzati all’interno delle loro aziende , vengono richieste specifiche modalità di adempimento e di condotte(come ad esempio l’attività di risk assesment preventive , le valutazioni d’impatto) che incidono sullemodalità di scelta dell’organizzazione e della gestione dell’azienda stessa , e richiedono un forte senso di responsabilità e di diligenza, facendo sì che i contratti di lavoro acquisiscano sempre più una connotazione dinamica e proattiva, dove i nuovi rapporti di lavoro non ruota solo intorno alla prestazione e controprestazione , ma anche intorno ad ulteriori posizioni giuridiche attive o passive (come ad esempio i diritti e doveri di informazioni e comunicazioni).

Ed è proprio in questo contesto cosi articolato che la sorveglianza umana diventa un elementocrocevia volta a tutelare i diritti fondamentali dei lavoratori, facendo sì che la stessa si trasformiconcretamente nelle scelte organizzative interne volte a consentire la conformità a norme di legge ed a policy interne, scelte che non nascono da fonti unidirezionali ma dalle relazioni industriali e dal confronto propulsivo delle diverse forze sociali che appartengono al mondo del lavoro.

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L’intervento delle parti sociali a tutela dei lavoratori non deve essere un atteggiamento difensivo “a monte” come previsto ad esempio dal art.4 della legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori), il quale prevede il consenso del sindacato al momento dell’instaurazione in azienda dei sistemi di monitoraggio, ma qui siamo già in una fase successiva, dove il datore ha già scelto le nuove tecnologie da implementare nell’azienda, senza una preventiva partecipazione delle parti sociali

nella scelta delle stesse e quindi dell’organizzazione strutturale aziendale; inoltre, la tutela dei lavoratori non può neanche essere ricondotta ad una mera difesa “a valle”, non basta semplicemente aggiungere nei CCNL, alcuni dei quali oltretutto obsoleti, mere clausole di salvaguardia dei posti di lavoro, in seguito all’impiego di macchine automatizzate. Bisogna avere il coraggio di cambiareapproccioBisogna giocare d’anticipo. Dobbiamo guardare alla contrattazione collettiva con uno sguardo proattivo, ed operare con un approccio sistematico ponendo in essere azioni collaborative e forme di partecipazioni tra le diverse parti sociali, ove i lavoratori per il tramite dei sindacati non sono solo i destinatari del cambiamento ma diventano gli autori stessi del cambiamento.

Pertanto, possiamo affermare che le aziende che implementano nei loro processi aziendali l’intelligenza artificiale hanno la responsabilità di garantire la sicurezza e l’affidabilità delle loro tecnologie ma soprattutto il rispetto dei diritti umani. Devono lavorare insieme alle autorità di regolamentazione, e con i diretti interessati, per assicurare che i benefici della stessa siano equamente distribuiti, e che si creino opportunità di riqualificazione per i lavoratori.

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L’intelligenza artificiale ha un forte potenziale per rivoluzionare la nostra umanità, in un modo che nonè concepito neanche dalla nostra immaginazione ed è per questo che è fondamentale affrontare le sfide che essa comporta, in maniera proattiva e con forte senso di responsabilità.

È di vitale importanza che tutti i livelli della società, I governi, le istituzioni, le aziende, i sindacati e isingoli lavoratori devono unire le loro forze per promuovere una cultura dell’intelligenza artificialeche ponga al centro l’interesse dell’umanità e la salvaguardia del nostro pianeta.

Il futuro è ricco di promesse, ma anche di sfide e di responsabilità.

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È compito nostro garantire che le generazioni future possono godere dei benefici dell’Intelligenzaartificiale, senza dover affrontare i rischi e i problemi che potrebbero derivarne se non gestita in modoresponsabile. Insieme possiamo costruire un futuro in cui l’intelligenza artificiale sia un motore diprogresso, di sostenibilità ma soprattutto di giustizia sociale.

Grazie a tutti.

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