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World Protection Forum ™ 2023. Il Dottor Nicola Sgariglia tra i relatori

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World Protection Forum 2023 - Nicola Sgariglia
Il dottor Nicola Sgariglia durante il discorso al World Protection Forum 2023 di San Marino

Il dottor Nicola Sgariglia dello Studio Sgariglia & Partners relatore al Summit 2023 del World Protection Forum ™ di San Marino

World Protection Forum ™ 2023. È la seconda volta che la citta di Qualiano è rappresentata in un forum internazionale a San Marino. Ancora una volta il dottor Nicola Sgariglia dello “Studio Sgariglia & Partners” è invitato quale relatore in quell’assise permanente a portare la sua esperienza nell’ambito del Summit Annuale 2023 del World Protection Forum ™.

Il World Protection Forum ™ è un forum aperto e permanente. Nato nel 2020, come riportato nel manifesto, è il luogo ideale per rendere il mondo in cui viviamo un ambiente più sicuro e protetto.

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Il World Protection Forum ™ si occupa concretamente di tutte le tematiche che possono accrescere la cultura del Rischio, qualunque sia la sua natura, poiché prenderne più coscienza permette di tutelare meglio le persone, le aziende e il territorio.

Il World Protection Forum ™ riunisce le “LifeFirstCompany ™”, ovvero le aziende impegnate a proteggere la vita, le persone e i nostri ecosistemi naturali e digitali.

In tale contesto il dottor Sgariglia, con lo Studio Sgariglia & Partners e quale membro dell’Osservatorio Italia Antiriciclaggio per l’arte, ha affrontato il tema delle nuove tecnologie ed di come esse hanno cambiato il mondo e la vita delle persone negli ultimi 40 anni. Di seguito il suo discorso.

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Buongiorno a tutti,

ringrazio gli organizzatori del World Protection Forum e l’Osservatorio Italia antiriciclaggio per l’arte, di cui mi onoro di essere socio attivo, per avermi invitato, dandomi la possibilità di portare il mio modesto contributo, sui temi trattati quest’anno.

L’innovazione che cambia nel mondo, la possibilità di promuovere crescita e benessere in un mondo incerto, il progresso nell’era tecnologica. Tutti temi legati da un sinallagma: la sorte dell’uno segue la sorte dell’altro.

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Argomenti che richiedono una riflessione di natura morale, spirituale e poi giuridica.

Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito a una rivoluzione tecnologica, che non era neanche immaginabile. Penso alla scoperta e diffusione, in tempi rapidissimi, dei telefoni cellulari.  Dopo pochi anni, furono inventati gli sms, poi diventati MMS con l’opportunità di trasferire le prime immagini.

Poi ricordiamo l’anno 2008, quando la Blackberry diffonde il primo smartphone, un vero successo. Fino ad arrivare al primo Iphone, una rivoluzione senza precedenti: la velocità con cui sono stati realizzati i nuovi modelli, gli aggiornamenti e miglioramenti continui, in pratica finisci per apprendere una funzione e già sei un boomer (come dice mio figlio).

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Contemporaneamente arrivano sul mercato i primi Personal Computer. Qualcuno ricorderà 286 – 386- 486, il sistema operativo Dos, il primo sistema operativo Windows, i nuovi processori per pc, fino ad arrivare ad oggi.

Abbiamo fatti passi da giganti: in trent’anni siamo progrediti di 300 anni, incredibile. Per fare un esempio, io uso alcune applicazioni: Google crome, i ragazzi usano Brave, Whatsapp e loro Status.

Oggi siamo in piena rivoluzione 4.0, dove si diffonde sempre di più l’intelligenza artificiale, le chat Gtp, il metaverso, strumenti che in un certo senso ci allontanano, in maniera progressiva, dalla vita reale.

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Ormai ragioniamo come i dispositivi elettronici, a discapito delle vere emozioni, degli affetti e delle relazioni sociali, che hanno stimolato le persone a migliorarsi, a progredire, con una lentezza maggiore, ma con amore.

Non me ne vogliate, ma io nonostante i continui cambiamenti resto una persona d’amore. Come diceva il professore Luciano De Crescenzo, se a Napoli hai un malore, vieni soccorso e muori soffocato, ma muori nell’amore.

Oggi grazie a tanto progresso, per dirla con una metafora, se hai un malore, ti ritrovi di fronte all’indifferenza degli altri, che sono troppo attenti ai dispositivi elettronici, e invece completamente disinteressati al modo esterno, oppure sono impegnati a riprendere le immagini di quello che ti sta accadendo piuttosto che a soccorrerti.

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Di recente ho dovuto ammonire un mio amico, perché mentre guidava fissava continuamente il display del cellulare mettendo a rischio le nostre vite, e quella degli altri.

Un tempo per incontrare una persona dovevi telefonare, concordare un appuntamento e poi lo raggiungevi in auto, oppure prendevi il treno o l’aereo. Un incontro di 60 minuti ti impegnava un’intera giornata.

Oggi basta avere una piattaforma telematica, con un semplice link accedi in una stanza riservata dove puoi serenamente conversare e monitorare, senza subire lo stress del viaggio.

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Eppure, io credo che con tutti questi cambiamenti, le innovazioni, la tecnologica, la crescita e il benessere, restiamo molto indietro in termini di tutela dei diritti. Il mondo va avanti velocemente, ma il diritto in tutti i paesi del mondo è indietro e soprattutto non è uniforme.

Io sono sempre convinto che ci sono alcune tematiche, che non possono e non devono essere disciplinate dai singoli paesi perché riguardano l’intero pianeta:

  • La tutela dei diritti umani;
  • la tutela ambientale e climatica;
  • l’agricoltura e la pesca;
  • le nuove tecnologie e il mondo informatico
  • la privacy;
  • la lotta al terrorismo internazionale.

L’utilizzo della tecnologia mette in connessione persone da qualsiasi posto del mondo, con un semplice click. Ma cosa accade se una persona subisce una violazione alla tutela di un proprio diritto, alla violazione della propria privacy (si pensi al furto dei profili social)? Chi interviene? Chi tutela e soprattutto chi punisce, se l’attore è cittadino italiano e il convenuto vive a Singapore.

Siamo sicuramente tutti contenti di questa evoluzione tecnologica, ma stiamo trascurando altre tematiche che mettono a rischio il nostro pianeta.

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La tecnologia richiede l’utilizzo massiccio dell’energia. Questo comporta un aumento incontrollato dell’inquinamento ambientale, e di conseguenza, lo scioglimento dei ghiacciai, la siccità dei terreni, la riduzione o la scomparsa di falde acquifere, l’alterazione delle temperature nei mari e di tutto l’ecosistema. Tutto questo altera la pesca e l’agricoltura.

Allora mi chiedo e vi chiedo, ma a cosa serve se L’Europa, gli Stati Uniti, applicano delle norme per evitare questi eventi, mentre tutti gli altri paesi, non fanno niente o si impegniamo a fare e poi non fanno. Eppure, di iniziative e buoni propositi ne ho letti tanti.

Quando ero tra i banchi universitari, dalla Carta di Atene (1931), alla Carta di Venezia (1964), Conferenza di Venezia (1970), Carta di Nairobi (1976 promossa dall’Unesco), Conferenza del Messico (1982), le prime direttive comunitarie degli anni 80, fino all’evento EARTH SUMMIT di Rio De Janeiro Giugno 1992 (che un evento straordinario, mirato alla salvaguardia della foresta amazzonica).

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Sono stati condivisi sempre buoni propositi, diciamo, facciamo (classico di tutte le classi politiche) ma la situazione peggiora sempre di più.

Credo fermamente che sia venuto il momento che i lobbisti di tutto il mondo facciano un programma comune per sensibilizzare ed essere promotori di una struttura mondiale dotata di potere legislativo, limitate ad alcune tematiche globali, che siano vincolanti per tutti i paesi. Bisogna tutelare gli interessi comuni con leggi condivise. Per esempio:

  • I diritti umanitari devono essere uguali in tutto il mondo, non si può assistere a soppressioni della libertà di pensiero, perché si lotta per la democrazia. Si pensi al premio Nobel per la pace Narges Mohammadi che non può ritirare il premio perché in galera. Tutto questo accade oggi, ed è una vergogna che i paesi occidentali stanno a guardare. Come diceva il Presidente della Repubblica Sandro Pertini “Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi al prezzo della mia vita perché tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente.”
  • La tutela ambientale e climatica deve essere una battaglia comune se vogliamo garantire la sopravvivenza e la riduzione di malattie oncologiche, non vogliamo più pagare con la vita, la negligenza degli altri. Vi ricordo, a tal proposito, le tragedie di Cernobyl, Hiroshima e Nagasaki, oppure i vari test militari che sono stati fatti negli oceani.
  • L’agricoltura e la pesca sono un riflesso della tutela ambientale. Se l’Italia pone dei limiti, prevede norme stringenti per utilizzo di fertilizzati, o per l’allevamento degli animali da macello, le stesse regole  dovrebbero trovare applicazione quando poi importiamo frutta, grano, latte e carne dall’estero,  che finisco sulle nostre tavole attraverso le grandi distribuzioni. In questo caso, oltre a essere puniti i produttori devono essere arrestati i distributori.

La salute è il bene più prezioso di cui disponiamo, non esiste un’altra vita, abbiamo solo un’occasione e non è ammesso un secondo giro, la dobbiamo tutelare, proteggere per noi stessi  e le nuove generazioni.

Forse siamo ancora in tempo per educare i più giovani a fare buon uso della tecnologia, godersi anche un tramonto, un paesaggio, leggere un libro (non leggono più) sentire l’odore del mare, avere rispetto per l’ambiente e la natura, amarla e rispettarla.

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Io credo nell’intelligenza degli uomini molto di più che in quella artificiale, perché noi umani, oltre a ragionare con l’intelligenza (non artificiale), in cambio ci mettiamo il cuore.

Grazie per l’attenzione.

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