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“Labirinti 1. Funzione e destrezza soggettiva tra scontato e cogito”, di Rosario Rito

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Labirinti

La nuova opera di Rosario Rito “Labirinti 1. Funzione e destrezza soggettiva tra scontato e cogito” ci ricorda che ai disabili non serve la pietà o il buonissmo, bensì il rispetto

Genere: Saggistica/Disabilità
Pagine: 104
Prezzo: 9,99 €
Codice ISBN: 979-1223010389

“Labirinti 1. Funzione e destrezza soggettiva tra scontato e cogito” di Rosario Rito è un saggio sulla disabilità che abbraccia molti argomenti, sia legati alla società che alla storia personale dell’autore.

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Rito è affetto sin dalla nascita da paresi spastica e, nel corso della sua esistenza, ha avuto a che fare con la cattiveria umana, con i pregiudizi e l’intolleranza di chi vede la diversità come un limite e non come una possibilità.

L’autore si sarebbe potuto chiudere in sé stesso e isolarsi come purtroppo accade o, meglio, come purtroppo si forza affinché succeda, ad alcune persone affette da disabilità; lui però ha deciso di combattere e di spiegare le sue ragioni, di rivendicare la propria identità di persona quanto più possibile integrata nella società e di mostrare al mondo che la diversità è un valore che va rispettato e protetto. E lo ha fatto soprattutto attraverso la scrittura: si ricorda infatti che già nella sua opera precedente, “Educarsi alla disabilità” (2021), l’autore ha cercato di condividere la sua esperienza e la sua conoscenza in merito a una tematica importante, la disabilità, che spesso viene ignorata o peggio derisa, o magari addirittura avversata.

«Siamo tutti delle isole misteriose, in cui tutti sanno della nostra esistenza, ma non chi siamo e ciò che proviamo, giacché fa più comodo soffermarsi e giudicare l’apparente piuttosto che prendere coscienza che siamo tutti mistero racchiusi in un corpo e un corpo che non rappresenta nulla del suo mistero», afferma intelligentemente l’autore nel saggio: noi esseri umani siamo tutti diversi, se non nella nostra biologia sicuramente nella nostra anima, e quindi non ci si può fermare all’involucro perché la vera gemma preziosa, la vera essenza è dentro di noi. Ed è meravigliosa per ognuno, così come è unica e irripetibile.

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Non esiste carrozzina che limiti tale potenza dello spirito, non esiste cecità o malformazione o mancanza; Rosario Rito ci ricorda che ai disabili non serve la pietà o il buonismo ma il rispetto di considerarli nel loro essere parte integrante della variegata umanità – «Qual è, secondo voi, l’handicap peggiore? La disabilità che noi vediamo attraverso una persona seduta su un trono a rotelle che nessuno gli toglierà da sotto il culo, degli occhi che non possono vedere la luce del sole o quella in cui la fiducia, come quella che riponiamo nelle Istituzioni, o l’amore non ci permettono di salvaguardarci dai pericoli, dai soprusi, perché ignari della sua pericolosità costruita sul personale perbenismo?»

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