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Manifestazioni all’Università La Sapienza di Roma: arresti e proteste

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Ansa

Tensione e manifestazioni all’Università La Sapienza di Roma: due arresti avvenuti ieri e continue proteste

L’università La Sapienza di Roma è stata teatro di scontri e tensioni nelle ultime giornate, culminati in manifestazioni di protesta davanti al tribunale della capitale. La questione centrale riguarda gli accordi di ricerca con Israele, che hanno scatenato un acceso dibattito all’interno della comunità accademica.

Dopo gli eventi tumultuosi di ieri, in cui si è registrata l’aggressione a un dirigente universitario e danni al Rettorato e a un Commissariato, oggi i collettivi studenteschi si sono dati appuntamento per manifestare contro l’arresto di due ragazzi. La giornata è caratterizzata da un clima di forte tensione e polarizzazione.

La premier Giorgia Meloni ha condannato fermamente gli atti di violenza, definendoli “delinquere” anziché manifestare, sottolineando che “la violenza non è, e mai sarà, espressione di libertà”. Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha espresso la sua netta disapprovazione per tali atti.

I collettivi studenteschi, tra cui spicca il movimento “Cambiare rotta”, hanno annunciato una serie di iniziative per esprimere solidarietà agli arrestati. Un presidio è stato organizzato a Piazzale Clodio, seguito da una conferenza stampa prevista per le 13 davanti al Rettorato dell’ateneo. Inoltre, è stato programmato un presidio alle 18 presso Regina Coeli in occasione della giornata del prigioniero palestinese.

Gli studenti hanno inoltre invitato la rettrice Antonella Polimeni a confrontarsi con loro durante un’assemblea prevista per giovedì, estendendo l’invito a tutta la comunità accademica e al Senato. La richiesta di dialogo evidenzia la volontà di trovare soluzioni attraverso il confronto e il dibattito pacifico.

La situazione rimane fluida e complessa, con una profonda divisione di opinioni all’interno della comunità universitaria. È fondamentale trovare vie di dialogo e mediazione per affrontare le divergenze e lavorare verso soluzioni condivise, garantendo nel contempo il rispetto delle istituzioni e dei principi democratici.

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