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Cronaca

Marche da bollo false, scattano 18 misure cautelari

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Ai domiciliari 10 persone tra Roma, Napoli, Caserta, Avellino e Salerno; misure per avvocati, parcheggiatori abusivi, titolari di agenzia immobiliari e tabaccheria

Il 2 marzo scorso, i Carabinieri del Comando Antifalsificazione Monetaria, supportati dai loro colleghi dei Comandi Provinciali di Roma, Napoli, Caserta, Avellino e Salerno, hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari coercitive personali.

Il provvedimento è partito al termine di un’indagine – coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord – finalizzata al contrasto della produzione e distribuzione di valori di bollo falsi, patenti di guida automobilistiche e nautiche.

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Ad emettere la misura cautelare – nei confronti di 18 indagati – il GIP del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della locale Procura.

A carico di dieci indagati applicata la misura cautelare degli arresti domiciliati. Per cinque, invece, l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Nei confronti degli altri tre indagati restanti – avvocati civilisti dei fori di Santa Maria Capua Vetere e Napoli Nord coinvolti nelle attività criminose bloccate – applicata l’interdizione dall’esercizio dell’attività forense. Nei confronti di due di loro per la durata di dodici mesi e per l’altro per una durata di 6 mesi.

Le indagini – secondo quanto riporta la nota della Procura – avviate nel gennaio del 2020 -hanno permesso di localizzare e smantellare – il 20 luglio del 2020 – un “centro di produzione clandestino”, allestito nella zona di Villa Literno (CE). In tale centro il principale indagato avrebbe realizzato le marche da bollo false su supporti reperiti in Cina. Le attività investigative hanno inoltre consentito di indivuiduare le singole responsabilità degli idagati sia nella produzione che nella distribuzione dei valori falsi.

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La necessità di strutturare un’articolata attività investigativa – secondo la Procure – derivava essenzialmente dalla preoccupante diffusione del fenomeno criminoso. Tale fenomeno, infatti, risulterebbe sempre “più insidioso sia in relazione alle sofisticate tecniche di falsificazione, continuamente evolute al fine di soddisfare una crescente richiesta di “mercato”, sia in ragione dell’impiego delle marche in contesti amministrativi e giudiziari”.

Dalle indagini emergerebbe che “dalle originarie tecniche di falsificazione consistenti nel manuale accrescimento del valore nominale di marche genuine, i falsari erano passati ad altra più infida metodologia, consistente nell’apposizione della C.d. stampa di personalizzazione su supporti in bianco”. Tali supporti – come spiega la Procura – riportano solo lo stemma della Repubblica, l’intestazione e gli elementi di sicurezza falsificati. Tale materiale era importato direttamente dalla Cina e prodotti in laboratori dotati delle apparecchiatura hardware e software necessari allo scopo.

Attraverso le investigazioni, gli inquirenti hanno delineato sei direttrici distributive gestite da “intermediari” del falsario. I terminal erano localizzati a Roma, Napoli, Caserta, Avellino e Salerno.

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Una volta realizzate e distribuite, le marche da bollo false – secondo la Procura – erano utilizzate da professionisti e da addetti ai comparti su atti giudiziari e amministrativi. Il tutto laddove è prevista la corresponsione di oneri destinati all’erario.

In tale specifico contesto diffusivo, delineate le responsabilità di “un parcheggiatore abusivo che, operando a Napoli nelle aree adiacenti alla Prefettura, all’Agenzia delle Entrate e all’Ispettorato Provinciale del Lavoro, gestiva la distribuzione delle marche false strumentali al perfezionamento dei procedimenti amministrativi trattati dai predetti uffici pubblici”. Ancora la responsabilità di “un noto ‘distributore’ che, sebbene ristretto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione di Napoli, di fatto alimentava un lucroso e continuativo smercio di marche false”. Un altro intermediario di Afragola. Quest’ultimo “alimentava canali di distribuzione di valori di bollo falsi destinati ad’ un’autoscuola di Casoria” . Uno “smerciatore”, come si legge nella nota della Procura, “orbitante sul litorale romano, al quale forniva anche patenti automobilistiche e nautiche false”. Delineate anche le responsabilità dei titolari di un’agenzia immobiliare e di una tabaccheria di Roma.

Particolare rilevanza – secondo la Procura – è attribuita ai canali di smercio direttamente alimentati dal falsario. Questi sarebbero costituiti da una coppia di avvocati esercitanti nel Foro di Santa Maria Capua Vetere (CE). I due – colpiti dall’interdizione dall’attività forense per 12 mesi – a loro volta, fornivano valori bollati falsi a un avvocato del Foro di Napoli Nord. Anche quest’ultimo colpito dall’interdizione dall’attività forense per sei mesi .

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Conseguiti – nel corso delle indagini – i seguenti obiettivi: lo smantellamento del principale dentro di produzione nel comune di Villa Literno. Sequestrate attrezzature tipografiche e informatiche necessarie allo scopo. L’arresto in flagranza di quattro persone responsabili della produzione e smercio delle marche da bollo false. Sequestrate, infine, migliaia di marche false del valore complessivo di circa 200.000 € e decine di patenti false, quest’ultime destinate al litorale romano.

L’esito delle attività d’indagini – conclusesi nel mese di giugno 2021- hanno originato una richiesta di misure cautelari a carico dei principali indagati. Il Gip del Tribunale di Napoli Nord ha riscontrato l’esito delle indagini e il 23 febbraio scorso ha emesso l’ordinanza cautelare eseguita.

Contestualmente all’esecuzione eseguite due perquisizioni a carico di altrettanti avvocati. Uno del Foro di Nocera e l’altro di quello di Avellino. I due sono indagati ma non colpiti dal provvedimento. Le perquisizioni necessarie per la ricerca di ulteriori riscontri.

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