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“Lina”, l’emozionante romanzo di Alfredo Ingegno

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“Lina”: Una storia di colpa, redenzione e resistenza durante il regime fascista italiano.

  • Casa Editrice: Nuova Ipsa Editore
  • Collana: Mnemosine
  • Genere: Romanzo storico
  • Pagine: 312
  • Prezzo: 18 €

“Lina” di Alfredo Ingegno è una storia emozionante e coinvolgente ambientata durante gli anni tra le due guerre mondiali, che ha come protagonista il commissario di Pubblica Sicurezza Benedetto Giannetto. Questo personaggio è realmente esistito ed è il nonno dell’autore: Alfredo Ingegno presenta una storia vera, in cui è narrata una parentesi di vita sociale e politica degli anni del fascismo intrecciata con vicende personali.

Benedetto è un uomo tutto d’un pezzo, serio e riservato; non ama mostrare i propri sentimenti anche se dentro di sé infuria una cruenta battaglia ideologica: egli deve servire il governo fascista ma non ne condivide affatto i principi e la condotta.

Questa lotta interiore lo sfibra, specialmente quando viene incaricato di perseguire gli oppositori al regime; quei ribelli sono per lui delle figure degne di ammirazione, ma la sua etica lavorativa gli impone di non seguire il proprio istinto ma i suoi doveri di funzionario pubblico.

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L’autore delinea il carattere del protagonista con grande sensibilità, facendo emergere i suoi dubbi, le sue fragilità e anche il suo egoismo: Benedetto si macchia infatti di una grave colpa, da cui tenterà di riscattarsi molti anni dopo.

La vittima di questo errore è Lina, la madre dell’autore e figlia di Benedetto, condannata a un destino ingiusto dal suo stesso padre. In questo romanzo i temi della colpa e della redenzione sono il nucleo principale di una vicenda appassionante, che si inserisce in una cornice storica già altamente drammatica; quando poi il protagonista incontra la coraggiosa Camelia, il suo dissidio interiore affiora ed esplode, mostrandogli la verità: è tempo di rimediare ai suoi errori e di prendere in mano la sua vita.

Lina” è la storia di un risveglio dopo aver dormito un sonno agitato, tormentato da terribili incubi; è la ricerca della pace e dell’assoluzione da parte di un uomo che ha infine il coraggio di guardare in faccia la realtà, e di prendersi la responsabilità delle sue azioni.

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È anche la storia di resistenza di un valoroso personaggio femminile, Camelia, emblema delle tante donne che, durante il fascismo, hanno contribuito attivamente per il bene della causa partigiana.

Ed è infine un toccante messaggio d’amore dell’autore rivolto al suo passato famigliare, in cerca delle proprie radici e di una chiusura del cerchio – «Mi sono liberato di un fardello, di una storia che andava raccontata, che adesso ha una vita propria, cammina con le sue parole nelle strade del futuro», ha infatti affermato lo scrittore.

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