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Esteri

Indagini sulla morte di Navalny: emergono nuove teorie

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Indagini sulla morte di Navalny: Accuse e reazioni internazionali alimentano tensioni crescenti nel panorama geopolitico globale

Dopo la tragica morte di Alexei Navalny, le controversie sull’evento continuano a crescere, alimentando un’intensa attività investigativa e reazioni internazionali senza precedenti.

Secondo fonti riportate dal Times, Navalny sarebbe deceduto a causa delle estreme condizioni di congelamento dopo essere stato esposto per un lungo periodo, un pugno al cuore per la sua famiglia e per la comunità internazionale.

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La moglie, Yulia Navalnaya, ha accusato direttamente il presidente Vladimir Putin di aver avvelenato Navalny con l’agente nervino Novichok. Tale accusa ha acceso ulteriormente i riflettori sulla situazione, portando la madre Lyudmila a chiedere il corpo del figlio a Putin, con esito ancora incerto.

La Corte dell’estremo nord russo ha accettato di esaminare la denuncia presentata dal team di Navalny per la mancata consegna della salma, ma l’udienza è stata fissata per il 4 marzo, oltre il periodo di 14 giorni promesso dagli investigatori per condurre “esami chimici”.

Nuove ipotesi sulle cause della morte emergono, con Vladimir Osechkin che suggerisce un coinvolgimento del KGB sovietico, citando fonti interne alla prigione dove Navalny era detenuto. I lividi sul corpo dell’oppositore, afferma, sono compatibili con tecniche di soffocamento.

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Il governo britannico ha imposto sanzioni su sei funzionari russi presumibilmente coinvolti nella morte di Navalny, mentre l’UE si avvicina a un accordo su ulteriori sanzioni. Tuttavia, Putin è rimasto in silenzio, presenziando a eventi internazionali a Kazan.

Le reazioni internazionali non si fermano qui: l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, torna a farsi sentire paragonandosi a Navalny e criticando la gestione dell’opposizione da parte di Putin. Il presidente Biden, dal canto suo, ha condannato le dichiarazioni di Trump come “scandalose”.

Infine, Vladimir Kara-Murza, un altro dissidente russo, ha accusato personalmente Putin per la morte di Navalny, sostenendo che il presidente fosse direttamente coinvolto nella sua detenzione e nei presunti avvelenamenti.

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In un contesto già teso, l’identificazione di Ksenia Karelina Khavana come la cittadina russo-americana arrestata in Russia per alto tradimento, aggiunge un ulteriore strato di complessità a una situazione già estremamente delicata.

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