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Frode Bonus 110%: sequestro per un milione di euro

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Frode Bonus 110%

Frode Bonus 110%. L’indagato avrebbe prodotto falsa documentazione per interventi di adeguamento su edifici che non esistevano

Frode Bonus 110%. Il 20 giugno 2023, Procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto l’esecuzione, in via di urgenza, del sequestro preventivo. Il provvedimento è stato poi convalidato dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Un milione di euro l’ammontare della somma sequestrata.

Tale somma – in base agli elementi di prova sinora acquisiti e fatta salva la successiva verifica in contraddittorio con la difesa dell’indagato – risulterebbe essere il provento di una condotta fraudolenta ai danni dello Stato.

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Essa rappresenterebbe l’ennesima registrata su questo territorio, nel settore dei contributi statali, sotto forma di benefici fiscali, connessi ad interventi di efficientamento energetico di edifici: il cosiddetto “Bonus 110%“.

Secondo quanto emerso dalle indagini, condotte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Capua, sotto la direzione ed il coordinamento dei magistrati della Seconda sezione di Indagini, specializzata nella materia della cosiddetta criminalità economica della Procura di Santa Maria C.V., una società – amministrata da un uomo di Curti – avrebbe generato crediti di imposta in maniera fittizia.

Lo avrebbe fatto attraverso la produzione di documentazione falsa, attestando interventi di riqualificazione energetica in realtà mai avvenuti. Questi, infatti erano riferiti ad edifici risultati inesistenti. Fondamentale per le indagini l’incrocio dei dati e informazioni con quelli dell’agenzia delle entrate.

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Fra le irregolarità riscontrate a base della frode l’inserimento, nella documentazione a sostegno dell’ottenimento del beneficio fiscale, di dati catastali riferibili a Comuni oramai soppressi. Si tratta del comune di Albegno in provincia di Bergamo soppresso nel 1928 e divenuto frazione del Comune di Treviolo. Ancora il comune di Barco sempre in provincia di Bergamo, anch’esso soppresso nel 1983. La società cedente i crediti di imposta non risulterebbe né proprietaria né conduttrice degli immobili oggetto degli interventi di efficientamento energetico, presupposti per il beneficio fiscale.

I crediti così maturati in maniera fittizia sarebbero ceduti, in parte, dalla medesima società beneficiaria ad un’altra società, che li avrebbe potuti utilizzare come “moneta fiscale” per il pagamento di debiti tributari. Quest’ultima avrebbe potuto cederli, a sua volta, ad altri soggetti per le medesime finalità.

L’adozione in via d’urgenza della misura cautelare si è resa necessaria proprio per evitare tale rischio, con evidente danno per l’Erario.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare emessa in sede di indagine preliminare. Contro di essa sono ammesse impugnazione. Il destinatario è una persona sotto indagine e quindi da considerarsi innocente fino ad una sentenza definitiva e irrevocabile che ne accerti le responsabilità.

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