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Maresca: Modalità delle rivolte carcerarie di marzo farebbero pensare ad una regia
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5 anni fail
Intervista al Dr. Catello Maresca Sostituto procuratore presso la DDA di Napoli.
Il dr. Catello Maresca risponde alle domande in merito alle rivolte carcerarie partite il 6 marzo. Secondo il Procuratore Antimafia, intervistato da Angelo Zanfardino, le modalità con con cui sono avvenute le rivolte farebbero pensare ad una regia occulta. Solo le indagini potranno dare alla vcenda evidenza tecnica.
Ancora il Dr. Maresca lancia un importante allarme a stare attenti perché le mafie potrebbero approfittare di questo momento particolare. Il magistrato fa un esempio importantissimo: quello del terremoto del 1980 quella opportunità ha portato a far diventare il clan dei casalesi uno dei più potenti del mondo.
Secondo Maresca siamo di fronte ad un emergenza sanitaria che affrontia con enormi sacrifici, una emergenza economica cui si sta cercando di tamponare ed una emergenza di cui si parla forse troppo poco. Si tratta dell’emergenza mafiosa. «Purtroppo la mafia non va in quarantena – spiega Maresca – la mafia continua a lavorare a tessere la sua tela per ipotizzare, realizzare e portare a compimento quelli che sono i suoi programmi criminali. Noi – continua – dobbiamo stare al passo. Oggi è il momento in cui dobbiamo individuare la nostra strategia, cioè la strategia dello Stato contro le organizzazione mafiose. Domani – prosegue il procuratore – sarà troppo tardi avremo dato un vantaggio temporale, strategico ed economico che poi sarà difficile colmare». «Dobbiamo evitare – spiega ancora Maresca – quello che sta accadendo. Ieri è stato scarcerato e tornerà nel suo paese d’origine un boss della ‘ndrangheta. Quasta mattina leggevo che dal carcere di Palermo vi sarebbero delle rivendicazione in altri tempi avremmo detto un papello da parte dei detenuti di alta sicurezza che starebberofacendo richieste allo stato. Tutto questo per me è intollerabile».
Evitare innanzitutto questo tipo di comportamenti dovrebbe essere inserito nella strategia che secondo Maresca lo stato dovrebbe organizzare per assestare colpi durissimi alla mafia.
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