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A Copenhagen per scoprire il segreto della felicità
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I luoghi più belli della capitale e lo stile di vita danese a cui ispirarsi ogni giorno.
Che cos’è la felicità? Impossibile dare una risposta univoca a questa domanda ma, per cercare una definizione giusta, vale la pena di seguire la bussola che punta verso Nord, tra le mete d’Europa i cui abitanti si dicono più soddisfatti del loro stile di vita.
La felicità rappresenta la meta ideale della vita di ogni individuo. Al di là del fattore materiale che attiene a scelte personali, il concetto di felicità di certo include l’avere del tempo di qualità e la possibilità di trascorrerlo da soli, o condividerlo in coppia, in famiglia, con gli amici, secondo un proprio stile.
Una passeggiata a piedi, un’energica pedalata in bici, un rilassante tour in barca o un adrenalinico giro di giostra. Tutte esperienze da intraprendere per andare alla scoperta di Copenhagen, per capire (e carpire),quali sono i segreti di una delle città più felici al mondo.
Secondo il filosofo Cicerone, se si ha a disposizione una biblioteca e un giardino, non si necessita di altro.
Cultura e Natura e, in questo, Copenhagen offre l’indubbio vantaggio di affiancare, ad una vasta offerta culturale, un prezioso patrimonio “green”. La bellezza assoluta delle sue architetture, che mescolano lo stile medioevale con tocchi rinascimentali di ispirazione italiana, fino ai nuovi spazi residenziali moderni e razionali, Come il “Diamante Nero”, sede della Biblioteca Reale, sono sempre accompagnati da importanti oasi di verde, come gli splendidi “Giardini Reali” del Palazzo di Rosenborg o quelli del Kastellett, la cittadella fortificata a forma di stella,i cui possenti bastioni circondano la Kastelkirken , la chiesa datata 1902.
Benessere: inclusione, più che integrazione. Armonia, ordine e razionalità garantiscono uno spazio per tutti.
Lo spazio della Monarchia si estende sulla superficie dei 4 edifici che formano la residenza reale di Amalienborg, mentre Christiansborg è conosciuto da tutti come il “castello” del potere, sede governativa del primo ministro e del parlamento, (che ha ispirato anche la serie tv “Borgen”, basata sugli intrecci tra la politica e i media della capitale danese); e ancora, Christiania, il controverso quartiere fondato negli anni ’70 da una comunità hippie, basata su una sorta di autogoverno dai tratti anarchici, dove lo spaccio di droghe leggere era un’attività tollerata e dove, ancora oggi, per la polizia non è scontato a varcarne i confini.
Tanti gli spazi della capitale da scoprire: per sentirsi più “local”, basta optare per la bicicletta, che qui non è un semplice mezzo di trasporto, ma il simbolo di una vera e propria cultura; visto che il numero delle bici supera quello degli abitanti della capitale non stupisce la rete di quasi 400 km di piste ciclabili e un sistema di semafori che regolano il traffico, dando precedenza proprio al flusso delle due ruote.
La felicità, per chi invece, ama scoprire la città a piedi, facendo shopping o ammirando le vetrine del design danese, è garantita dallo Strøget, una vera e propria passeggiata di piacere: si tratta di una delle più lunghe vie pedonali del mondo, formata dalla successione di cinque strade, che parte dalla piazza del Municipio, il Rådhus dalla torre con l’orologio, per terminare nella Kogens Ntyorv, che ospita il celebre storico “Hotel d’Angleterre”, simbolo dell’eccellenza dell’ospitalità locale.
A poca distanza, la via della felicità si trasforma in canali d’acqua, navigando sui quali si possono scoprire le sfumature color pastello dei vecchi edifici del Nyavn, letteralmente “porto nuovo” dal fascino antico, un tempo ritrovo di barche, mercanti e prostitute che di allora conserva solo il poter attrattivo dei locali più caratteristici dove bere birra e assaggiare gli Smørrebrød, ( una sorta di crostone di segale, spalmato di burro e condito con gli ingredienti più vari), sia a pranzo che al tramonto.
La Felicità è di sicuro più raggiungibile ed emozionante, quando si accede in quei luoghi capaci di portarci indietro nel tempo oltre i confini della fantasia.
Ciò accade varcando l’ingresso dei “Giardini di Tivoli”, uno dei parchi divertimenti più antichi del mondo, risalente addirittura al 1843, le cui attrazioni hanno conservato un fascino vintage di ispirazione esotica, che spesso ha più effetto sui grandi che sui bambini.
I Danesi, insieme agli altri abitanti della Scandinavia, sono uno dei popoli che ha fatto della ricerca della felicità una vera e propria filosofia di vita chiamata “Hygge”.
Con questo termine si definisce quell’attitudine a ricreare un rifugio con un’atmosfera calda, intima, accogliente fatta della gratitudine verso quelle semplici gioie della vita quotidiana, rintracciabili anche in altre culture: la musica di sottofondo, cibo semplice, ma buono e goloso, i libri stando da soli o le semplici chiacchiere in compagnia, in famiglia, con gli amici, con una birra fresca o, più spesso, date le temperature, con una tazza di caffè caldo e fumante.
E, un must imprescindibile per ricreare un ambiente “Hygge”, la luce delle candele accese che, quasi sempre, soprattutto nelle stagioni con poche ore di luce naturale, vengono accese ovunque sin dal mattino.
A Copenhagen quasi tutti i caffè o i piccoli ristoranti ricreano angoli accoglienti, per far sentire il cliente come a casa propria. Ciò accade anche in alcuni musei: esempio bellissimo è la Ny Carlsberg Glyptotech, in cui la famiglia produttrice della famosa bevanda alcolica bionda è titolare di una collezione d’arte esposta in uno spazio originale, in cui il giardino d’inverno con la serra e la cupola di vetro diventano un rifugio “hyggelit”, soprattutto nelle giornate dal meteo non esattamente felice.
Lo stile “Hygge” è molto semplice e così poco impegnativo, proprio perché attiene all’atmosfera e alle relazioni più che agli oggetti, ed è sicuramente un’esperienza da ricreare a casa, magari proprio con una bella tazza della manifattura reale della porcellana danese, dai classici decori in bianco e blu.
Certo, è vero che Copenhagen è la città in cui ha vissuto Hans Christian Andersen, autore di racconti memorabili come “Il soldatino di stagno”, “Il brutto anatroccolo”, “La piccola fiammiferaia” e, simbolo indiscusso della città, “ la Sirenetta”, ma siamo un po’ troppo realisti per credere sempre alle “favole” che ci raccontiamo! Ciò che, in realtà, restituisce la sensazione di benessere agli abitanti della Danimarca sono le condizioni generali di vita.
Nonostante sia uno dei paesi più cari al mondo, i danesi si dicono “contenti “ del loro regime di tassazione perché il corrispettivo benessere è altrettanto elevato.
Un sistema di welfare che garantisce assistenza sanitaria, supporti alle famiglie, sostegni agli studenti universitari, un sistema pensionistico adeguato; il senso di sicurezza generale dato dall’assenza di corruzione e la conseguente fiducia nelle istituzioni contribuiscono alla creazione di un forte spirito di comunità. In due parole: dignità e possibilità di cambiare vita, quando non ci si sente più felici. Condizioni purtroppo ancora lontane per tanti paesi del mondo.
Non ci resta dunque che attingere alla filosofia “hygge”, portandocela dietro come un souvenir virtuale, per traslare un po’ di benessere nordico anche alle nostre latitudini, comprendendo che, forse, la loro ricetta segreta, quella per noi più accessibile, è già presente da tempo in tutte le nostre case.
E’ custodita da uno scrigno tondo di latta smaltato di blu, è piccola e semplice ed ha il profumo di un biscotto danese al burro e vaniglia: un piccolo assaggio che ci porta con la mente a Copenhagen e che ci ricorda che la felicità è sia raggiungere la meta, ma godersi anche il viaggio.
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