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Intervista a Giuseppe Lapadula “La Piaga. Un Romanzo nell’Universo Barocco”
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Intervista a Giuseppe Lapadula: Esplorando “La Piaga”, un Romanzo Sci-Fi nell’Universo Barocco
1. La Piaga è fortemente evocativo. Da cosa nasce questa scelta e qual è il suo legame con la trama? Senza dire troppo del romanzo, che cosa rappresenta la Piaga e qual è la sua funzione nel racconto? Di che cosa si fa metafora?
La piaga (di cui non rivelo la natura per chi volesse leggere il romanzo), metterà i protagonisti di fronte a una scelta, ovvero tra bene individuale e quello collettivo fino ad affrontare l’egoismo dettato dagli affetti e metterli a nudo. Si fa metafora delle scelte più difficili che prima o poi toccano tutti, in cui quello che è giusto fare non coincide necessariamente con quello che conviene o è facile per la persona che vi si trova davanti.
2. Spesso, la biografia personale di un autore finisce per influenzare profondamente i lavori che vengono presentati. In che modo le tue esperienze di vita hanno plasmato la scrittura di “La Piaga”? Ci sono eventi o momenti particolari che ti hanno ispirato mentre scrivevi il romanzo?
Ho avuto il privilegio di viaggiare molto sia da bambino che da adulto anche in posti fuori dai soliti circuiti turistici, dove ho potuto osservare modi di vita diversi e forti contrasti sociali e tecnologici. Questo mi ha dato l’idea di rappresentare un’umanità divisa e stratificata, che ha mantenuto le stesse caratteristiche e differenze indipendentemente dall’avanzamento tecnologico.
3. La ricerca è fondamentale per garantire l’accuratezza storica e scientifica in un’opera. Nel caso del tuo libro, l’Universo Barocco che gli fa da sfondo è complesso e dettagliato – anche perché è totalmente inedito e inesplorato. Qual è stato il tuo processo di ricerca per assicurarti che i dettagli del tuo romanzo fossero accurati? Ci sono state fonti o esperti specifici che ti hanno guidato in questo percorso? Come hai gestito il world-building, e quali sono state le sfide principali?
L’accuratezza delle parte scientifica è basata sulla mia formazione accademica. Ho un dottorato in chimica e lavoro da diversi anni come ricercatore. Chiaramente il romanzo non è un hard scifi, perché alcuni espedienti si basano su invenzioni immaginate da me. Quello che
mi ha guidato in questo percorso è stato appunto cercare di mantenere una coerenza interna una volta stretto il patto di sospensione della realtà con il lettore. Mi sono detto “che cosa succederebbe se ci volessero mesi o anni per viaggiare da un posto all’altro in cui sono presenti fortissimi contrasti sociali e tecnologici?” e il tutto è stato creato poi a cascata. Per il controllo di plausibilità e realismo ho utilizzato la realtà stessa. Mi sono chiesto se fosse mai capitata una cosa del genere e come avesse reagito l’umanità.
Per quanto riguarda la storia invece sono solo un appassionato e il romanzo si ispira al Seicento delle grandi esplorazioni, senza ricalcarlo in modo fedele, aggiungendo e togliendo a seconda della necessità narrativa (alcune potenze sono diverse altre sono plasmate per adattarsi al contesto), ma non ho trovato irragionevole delle analogie con il periodo della colonizzazione delle Americhe da parte degli europei.
4. Come dicevamo poco fa, ci sono molti riferimenti culturali e artistici nel tuo romanzo. Quali elementi hai scelto di includere per dare maggiore profondità alla storia e come pensi che arricchiscano la comprensione dell’epoca da parte dei lettori?
Mi è piaciuto inserire opere d’arte figurativa (quadri del secolo d’oro olandese), musica (Bach) e letteratura che a me piace. Oltre a elementi estetici di parecchie chiese del periodo o la lavorazione del legno, i drappi, i vestiti ecc… Mi piace pensare che fenomeni sociali influenzino anche arte ed estetica in generale.
5. I romanzi spesso riflettono questioni sociali rilevanti. Cosa speri che i lettori comprendano riguardo alle questioni sociali e politiche contemporanee attraverso la tua opera? Quali riflessioni desideri stimolare nel lettore?
Quello che spero passi come uno dei messaggi del romanzo è che una situazione di diseguaglianza estrema porti, oltre intuitivamente a svantaggi per chi è alla base della piramide sociale, anche a nuove gabbie per chi ne è al vertice. Che senso ha avere ricchezza illimitata se in alcuni posti non è possibile andarci perché non sono sicuri? O se le gioie vengono anestetizzate dall’avere tutto subito, o incatenarsi in prigioni invisibili fatte da regole e convenzioni sociali.
6. Ti piacerebbe che il tuo libro venisse concepito più come una lettura di evasione – o che si leggesse tra le righe i messaggi impliciti che arrivano continuamente?
L’ideale sarebbe che un potenziale pubblico possa apprezzare entrambe le cose, quindi sia l’intrattenimento che i riferimenti. Se questo non dovesse essere possibile, mi piacerebbe che potesse leggersi a diversi livelli, da chi vuole solo godersi le scene d’azione a chi invece coglie i riferimenti più profondi. Poi naturalmente il lettore aggiunge un altro filtro che è il suo vissuto personale e quello è impossibile da controllare.
7. Quale riflessione hai riguardo al ruolo della letteratura nell’affrontare temi complessi come quelli trattati nel tuo romanzo? Cosa speri che i lettori comprendano e portino con sé dopo aver concluso la lettura di “La Piaga“?
Spero che sia che né il mondo, né i personaggi, non sono blocchi monolitici, ma un mosaico frammentato. Con moralità più o meno grigie, ma non uniformi. Nessuno è buono, ma nemmeno completamente malvagio e tutti hanno le loro ragioni, dai governi ai singoli individui. Quindi che la realtà è complessa e richiede sforzo e sacrificio per essere capita.
8. Ogni autore ha un processo creativo unico, che in qualche modo lo differenzia da tutti gli altri. Qual è stato il tuo approccio durante la scrittura di “La Piaga”? Ci sono routine, rituali o tecniche particolari che segui per stimolare la tua creatività? In quale modo riesci a coordinare il tuo lavoro di chimico dello stato solido e quello di scrittore?
Faccio il chimico come occupazione principale ed è quello che mi permette di mantenermi. La scrittura è una passione in cui cerco di essere più professionale possibile, ma ci dedico meno tempo rispetto alla mia occupazione principale. Diciamo che cerco di essere disciplinato e costante, anche se a volte può essere faticoso.
La scrittura quindi è un’attività a cui mi dedico la notte, il weekend e nelle vacanze. Più o meno appena ne ho la possibilità. Poi devo dire che un autore ci mette sempre del suo vissuto e delle sue capacità professionali nelle sue opere.
Essere e fare il chimico è una risorsa che influenza tutte le mie opere. Se non facessi questo mestiere i miei scritti sarebbero diversi.
9. La tecnologia ha cambiato il modo in cui raccontiamo storie, basti pensare all’accuratezza sempre maggiore a cui va incontro l’Intelligenza Artificiale ai nostri giorni e a come può essere sfruttata. Come vedi l’impatto della tecnologia sulla narrativa contemporanea, soprattutto in relazione a storie storiche come la tua? Come influisce sulle aspettative dei lettori?
Sì certo, siamo a contatto con un modo sempre più veloce di reperire informazioni, di svolgere i nostri compiti e a un’offerta sempre maggiore di intrattenimento. Il lettore si trova quindi perso tra una scelta così vasta da poter essere soverchiante. Penso che il lavoro di un autore indipendente sia anche in parte aiutare i lettori a orientarsi e trovare il proprio pubblico. Questo può essere fatto in diversi modi, io personalmente uso i social per fare in modo che chi potrebbe essere interessato a leggermi trovi me (proponendo la mia ambientazione, qualche spezzone di testo, temi che mi stanno cari ecc…), ma ci sono parecchi modi per promuoversi.
10. Hai in mente progetti futuri dopo “La Piaga”? Ci sono temi o idee che desideri esplorare nei tuoi prossimi lavori? Quali direzioni stai considerando?
Sto scrivendo al momento il secondo romanzo ambientato in questo universo narrativo. Si tratta di una trilogia i cui atti si svolgono su linee temporali differenti e molto lunghe collegate tra di loro, ma data la sua complessità non ci sono flashback come in questo. Viene mostrata una parte molto più vasta e diversa del mondo.
Ci sono riferimenti alla “Piaga”, oltre a essere ambientato nello stesso universo, ma non sarà fondamentale averlo letto per capire la trama. Spero di poterlo proporre al pubblico tra un anno (dopo editing e varie stesure). Dopo di quello ci saranno altri romanzi più brevi stand alone (credo due o tre al massimo) di cui ho già una bozza di trama, più circoscritti in tempo e spazio, prima di un grosso salto temporale in un futuro più lontano per proporre al pubblico qualcosa di più pop e variegato.
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