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Ricette e certificazioni di Malattia: facciamo chiarezza
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2 anni fail
Ricette dematerializzate e Certificati telematici di malattia diventano sempre più una polveriera tra i medici. Facciamo chiarezza
Ricette dematerializzate e certificati telematici di malattia in Campania, e soprattutto in provincia di Napoli, diventano sempre più teatro di scontro tra i medici di base e gli specialisti piuttosto che strutture convenzionate.
Chi guarda dall’esterno tutto quello che sta accadendo tra medici e Ordine professionale assiste a qualcosa che si avvicina ad una guerra tra bande. Eppure la legge parla chiaro.
Urge, quindi, fare ulteriore chiarezza. Tentiamo di farlo attraverso un potente strumento attraverso il quale lo stato è venuto incontro al personale medico. Partiamo con il chiarire cosa sia STS (Sistema Tessera Sanitaria)
Cosa è Sistema Tessera Sanitaria (STS)
Il sistema Tessera Sanitaria è un sistema digitale del Ministero dell’Economia. In tale sono censiti tutti i medici che emettono le ricette dalle le aziende sanitarie.
Il Sistema Tessera Sanitaria è un sistema del Ministero dell’Economia attraverso il quale è possibile la rilevazione delle prescrizioni mediche e farmaceutiche a carico del Sistema Sanitario Nazionale.
Tale sistema consente, inoltre, ai medici di inserire le comunicazioni di inizio ricovero e le certificazioni di malattia in sede di dimissioni.
Il Sistema Tessera Sanitaria consente, tra l’altro, ai medici di gestire tutta una serie di servizi a vantaggio dei medici stessi e dei cittadini.
Tali servizi sono:
- Tessera Sanitaria;
- ricetta elettronica,
- l’anagrafe nazionale degli assistiti (ANA);
- le spese sanitarie;
- le esenzioni sanitarie per reddito;
- i certificati di malattia;
- piani terapeutici;
- fascicolo sanitario elettronico.
Ogni medico, di fronte un paziente con una storia clinica registrata può accedere attraverso le sue credenziali o attraverso una smart card conforme allo standard CNS (Carta nazionale dei servizi, Tessera Sanitaria-CNS).
Nonostante questo potente strumento ci sono professionisti che omettono certificati e ricette, generando a cascata tutta una serie di disservizi e criticità che molto spesso hanno portato anche ad aggressioni di altri colleghi medici. Le maggiori sono la ricetta medica dematerializzata e il certificato medico telematico di malattia o di infortunio.
Queste due fattispecie, infatti, generano delle criticità enormi ai medici di medicina generale o di continuità assistenziale. Tali criticità vanno dalle semplici liti tra pazienti e medici fino a sfociare in vere e proprie aggressioni.
Allora cerchiamo di capire chi fa cosa attraverso delle semplici spiegazioni da parte degli addetti ai lavori.
Chi emette il certificato telematico di malattia o di infortunio?
Il certificato telematico di malattia lo emette il medico che ha in cura un paziente e ogni medico che ha emesso una prognosi è tenuto ad inviarlo telematicamente.
Tutti i medici iscritti all’Albo, non solo possono, ma sono tenuti a trasmettere i certificati telematicamente attraverso il Sistema Tessera Sanitaria.
Anche i medici ospedalieri che abbiano emesso una prognosi di inabilità al lavoro sono tenuti alla compilazione del certificato di malattia per giustificare l’assenza. Sarà compito del paziente comunicare il protocollo al proprio datore di lavoro. I dipendenti pubblici invece costituiscono una eccezione in quanto la comunicazione è automatica.
Sono tenuti all’emissione del certificato telematico di malattia anche i medici del pronto soccorso. Questi ultimi in alcuni casi sono tenuti anche alla certificazione di ricovero. Mentre per quanto concerne gli infortuni professionali, è un obbligo del pronto soccorso aprire la pratica INAIL. Non solo, dal 2022 i medici che prestano soccorso ad un lavoratore infortunato o affetto da malattia professionale devono trasmettere il certificato esclusivamente per via telematica attraverso il sito dell’INAIL.
Altro punto dolente sono le ricette dematerializzate. Sono moltissimi i medici che demandano tali incombenze al medico di medicina generale, accampando scuse di ogni genere che vanno dal sistema che non funziona fino a vere proprie “supercazzole” che raccontano di leggi approvate a metà o che non sono ancora passate o di non saperne perfettamente nulla.
Chi emette le Ricette mediche dematerializzate?
Il medico che prende in cura un paziente, dal pronto soccorso o in seguito ad un ricovero, è responsabile delle terapie e dei farmaci fino a che lo ha in carico.
I medici ospedalieri, quindi, non sono esentati. Essi, infatti, dal momento della presa in carico del paziente da loro visitato o alla dimissione, devono emettere le ricette dematerializzate e qualora siano impossibilitati dovranno emettere ricetta attraverso il ricettario rosso del SSN.
Ai medici ospedalieri spetta, inoltre, il compito di fare prescrizioni in casi specifici, ad esempio come atto funzionale ad una diagnosi funzionale.
In caso di dimissioni del paziente, nei casi in cui non sono previste diagnosi e prescrizioni non urgenti, il medico ospedaliero può suggerire al medico di base diagnosi o terapie. Tutto ciò in un’ottica di collaborazione.
Siccome il medico che firma la prescrizione è responsabile diagnostico e terapeutico del paziente, il medico ospedaliero, spesso, rimanda al medico di base la prescrizione perché quest’ultimo avrà più possibilità di vedere e seguire il paziente.
Il monito
“Cari Cittadini e Assistiti, evitate di richiedere ai Vostri medici di famiglia certificati e ricette non dovute, ma pretendetele dai medici che hanno il dovere dì redigere tali documenti, altrimenti potreste incorrere in indurre a certificazioni e ricette false, poiché ogni documento sanitario è un atto medico-legale che necessita di una visita”. Così in una nota inviata in redazione si è espresso il dottor Salvatore Caiazza, Vicesegretario vicario di FIMMG ASL Napoli 2 Nord.
“Cara Regione Campania, se la Direzione della Tutela della Salute e Coordinamento del Sistema Sanitario regionale non impone il rispetto delle regole a tutti gli attori del sistema sanitario, è soggetta ad una denuncia con risarcimento danni per ore di lavoro straordinario non retribuito e per erogazione di prestazioni inappropriate da parte dei medici di famiglia”. Così ha concluso Caiazza
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