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Napoli: minaccia il suicidio, Appuntato lo salva al telefono per 40 minuti

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Napoli minaccia il suicidio, Appuntato lo salva

Napoli: Sparisce per giorni ma i carabinieri lo rintracciano, minaccia il suicidio e un Appuntato lo tiene al telefono per 40 minuti. Salvo

Sparisce per giorni ma i Carabinieri lo rintracciano a Napoli, lui minaccia il suicidio e un Appuntato gli cambia la vita.

Tutto è partito da un lite in famiglia e la volontà di allontanarsi da quella violenza che non è fisica ma ha il peso insostenibile delle parole.

Quelle parole che molto spesso fanno più male delle percosse, delle minaccie e degli insulti. Del tipo che spalancano un buco nero dentro fatto di sconfitta che inghiotte tutto, persino la voglia di vivere. È quanto accaduto ad un napoletano che chiameremo Mario, un nome di fantasia.

Mario ha discusso con la compagna e non è la prima volta. La loro relazione è ormai logora e rittotta ai minimi termini. Non c’è più spazio per rimorsi e gioie e le via d’uscita sembrano veramente poche.

Le strade più battute in un simile contesto sono quelle della violenza e della prevaricazione fisica. Molto spesso anche dell’abbandono.

Mario, però, ha scelto di andare via. Non vuole fare male agli altri, piuttosto a se stesso. Decide così di scomparire prima per ore, poi per giorni. Scatta così la denuncia dei familiari allarmati che si rivolgono ai Carabinieri.

Immediate le ricerche a 360 gradi. Il telefono di Mario aggancia la rete ed ecco la svolta. Il segnala passa di ripetitore in ripetitore e raggiunge i terminali dei Carabinieri. Nessun tentennamento, un Appuntato alza la cornetta e chiama. “Comandante voglio parlagli io”, dice.

Al primo squilllo Mario risponde con una voce sommessa ma non sorpresa dalla chiamata. L’Appuntato “dimentica” in quel momento di essere un Carabiniere e diventa Vito, una voce amica in grado di ascoltare, un uomo come il suo interlocutore. Il tono è amichevole dall’altra parte, invece, è chiara la volontà di farla finita. Ad ogni frase una minaccia di ammazzarsi. “Non ne posso più, mi ammazzo”.

Vito non demorde nè arretra: lo tiene al telefono per 40 minuti. Mario dall’altra parte è spiazzato, si sente compreso e diventa un fiume impiena sfogandosi con il militare che lo ascolta paziente.

Man mano che la conversazione prosegue le ansie di Mario svaniscono e con esse la voglia di mettere fine alla sua vita.

Ad un certo punto dice: “Grazie… mi sono liberato”. Vito però non molla ancora e lo invita a raggiungerlo in caserma. Mario si presenta un’ora dopo e, prima di dire qualsiasi cosa, abbraccia quella voce che lo ha salvato da quel peso nero che portava dentro di se.

Ora sarà seguito, avrà ascolto. I servizi sociali lo accoglieranno per indicargli un cammino diverso. Vito, la voce che forse ha difeso una vita, è tornato in uniforme a fare quello che ama di più. Il carabiniere. Per tutti.

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