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Generazione 56k una serie più di buona compagnia che sciacalla
Pubblicato
3 anni fail
L’ultimo lavoro dei The Jackal, Generazione 56k, è più romantico che irriverente.
Partiamo col dire che, Generazione 56K, in torsione tra passato e attualità, è una serie che si lascia guarda.
E il corsivo fa da gioco di parole banale, sicuramente, ma che ci aiuta a parlare bene fin da subito di fotografia, montaggio e regia capaci di dare a Napoli e all’isola di Procida una nuova litografia, lontana da quella reiterata da certa tv generalista.
Prodotta da Cattleya e realizzata in collaborazione con The Jackal e disponibile su Netflix, Generazione 56K è la storia di Daniel (Angelo Spagnoletti) e Matilda (Cristina Cappelli) che, grazie ad un’app per appuntamenti e a una serie di qui pro quo (gli aspetti più frizzanti della serie) di fascino plautino, si rincontrano a distanza di anni.
Il sapore romantico e agrodolce del passato, fatto di prime spinte erotiche, la familiarizzazione col modem 56k e i tentativi di uscire dalla provincia e dalla pubertà, con le canzoni degli 883 a fare da colonna sonora, si attorciglino agli incespicamenti più contemporanei dove like e bulimie di soggettive fotografiche mettono a dura prova autostima e fiducia nei rapporti sociali.
Generazione 56K si lascia guardare anche perché tocca delle belle nostalgie – compresi i riferimenti a Massimo Troisi – che chi è nato a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 si trova ad accarezzare con qualche punta di cuore fuoriesposto.
Le riserve: l’andamento della trama che lascia fin troppo intuire, già dai primi due episodi, come andrà a concludersi la prima Stagione, ma questo, per il grande pubblico, è rassicurante oltre che benvoluto; alcuni attori del gruppo The Jackal, nonostante il tentativo di sfumare qua e là certi contorni, sono sembrati più prigionieri di certe caratterizzazioni dei corti più noti.
Da evidenziare le prove di Angelo Spagnoletti e Cristina Cappelli, per la prima volta protagonisti di un lavoro importante, sicuramente di altissima qualità.
Una serie buona, divertente, a tratti irriverente per certi imbarazzi adolescenziali messi in bella mostra, e che mette di buon umore.
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