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Napoli, il centro di accoglienza di via de Blasiis si rinnova: arriva la lavanderia sociale
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4 anni fail
Assessore alle Politiche Sociali Buonanno: Sono arrivate in questi giorni otto lavatrici industriali, acquistate con le risorse del Pon Metro 2014-2020
Il Centro Comunale di Prima Accoglienza per persone senza fissa dimora, situato in via de Blasiis, si rinnova: “Sono arrivate in questi giorni – dichiara l’Assessore alle Politiche Sociali Monica Buonanno – otto lavatrici industriali, acquistate con le risorse del Pon Metro 2014-2020. In questo modo, possiamo ampliare e rinnovare l’offerta dei servizi rivolti ai cittadini più fragili: con gli ultimi lavori di rinnovamento, abbiamo realizzato nella struttura un locale adibito a lavanderia sociale, con spazi appropriati e adeguati alla normativa vigente in misura di prevenzione dal virus covid 19”.
“Il Centro di Accoglienza, che dopo 25 anni è stato trasformato in residenziale per circa 60 persone, assicura interventi di primo contatto e percorsi di reinserimento sociale. Insieme al Drop In – Spazio Docce e Lavanderia di via Tanucci stiamo lavorando per rendere più agevole la città anche per chi vive per strada: vogliamo mettere a disposizione spazi dedicati alla cura di sé, della propria igiene personale, del proprio aspetto, come primo passo per intraprendere percorsi di reinserimento sociale. E su questa direzione – continua l’Assessore – presto verrà per indetta la gara rivolta al progetto “Percorsi di Autonomia Guidata Adulti in Difficoltà”, anch’esso finanziato con risorse del PON METRO 2014-2020”.
“I percorsi che stiamo ponendo in essere, con notevole sforzo ed impegno, sono mirati alla creazione di nuove opportunità per chi, per i più svariati motivi, è finito ai margini della società, ed è la dimostrazione che non vogliamo lasciare nessuno indietro. Iniziative come questa vanno proprio in questa direzione: formazione di competenze, inserimento sociale, recupero del proprio io e – dove persa – dell’autostima. Lo facciamo – conclude la Buonanno – creando un vero e proprio contesto ‘lavorativo’, per un periodo limitato, in cui i cittadini con fragilità sono accompagnati in un percorso comunque autonomo da equipe con specifiche competenze educative”.
Nota Stampa
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