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Politica

Accessi informatici illeciti al Viminale: Scatta l’Indagine sulla sicurezza

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Ministro Piantedosi

La Procura indaga su presunte intrusioni nei sistemi informatici del Ministero: verifiche sui server e rafforzamento delle misure di sicurezza.

Un’inchiesta coordinata dalla Procura indaga su presunti accessi illeciti ai sistemi informatici del Ministero dell’Interno, inclusi i server del Viminale, utilizzati per la gestione delle informazioni riservate raccolte dalle forze di polizia.

Secondo le accuse, un sospetto gruppo di persone di fiducia, già operanti nel settore manutenzione del sistema, avrebbe inserito un virus nei server per facilitare le interrogazioni non autorizzate, aggirando gli alert di sicurezza.

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Le indagini in corso

A seguito delle segnalazioni, sono state sequestrate apparecchiature informatiche, inclusi computer e cellulari, che saranno sottoposte a perizie tecniche per verificare l’effettiva presenza di virus o tracce di accessi non autorizzati. Il Ministro Piantedosi ha ordinato controlli approfonditi, inclusa una valutazione dettagliata delle infrastrutture tecnologiche e delle modalità di accesso e manutenzione, con l’obiettivo di individuare eventuali “buchi” nel sistema di sicurezza.

Le indagini si concentreranno anche sulle squadre tecniche che si occupano della manutenzione dei sistemi del Ministero per identificare eventuali comportamenti infedeli. La complessità delle verifiche potrebbe allungare i tempi necessari per arrivare a conclusioni certe, ma è già stato predisposto un aumento degli standard di sicurezza per limitare i rischi di futuri accessi non autorizzati.

Il Sistema SDI e i rischi di accesso Illecito

Il Sistema di Indagine (SDI) è una piattaforma fondamentale per le forze di polizia, poiché contiene informazioni critiche su persone e eventi monitorati a fini di prevenzione e repressione dei reati.

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Solo le postazioni certificate possono accedere al SDI, garantendo l’operatività esclusivamente su reti intranet interne e senza collegamenti alla rete pubblica.

Gli operatori autorizzati utilizzano profili personalizzati in base al livello di informazione a cui possono accedere, per cui ogni tentativo di accesso illegale rappresenta una grave minaccia alla sicurezza nazionale.

Se l’intrusione ipotizzata fosse confermata, il rischio di una fuga di informazioni riservate avrebbe una portata rilevante, considerato il contenuto sensibile del SDI.

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A seguito del caso Striano, un precedente incidente che ha già sollevato dubbi sulla sicurezza del sistema, la commissione istituita dal Ministro Piantedosi ha eseguito una revisione delle procedure operative e delle infrastrutture, adottando misure per rafforzare la sicurezza.

Tuttavia, l’attuale indagine pone l’accento sulla necessità di aggiornamenti costanti e verifiche continue per impedire intrusioni.

La Procura, insieme agli esperti informatici, proseguirà le perizie tecniche per verificare la presenza di eventuali virus o anomalie, e le autorità lavoreranno per risolvere qualsiasi vulnerabilità rilevata e rafforzare ulteriormente la sicurezza del sistema.

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Questa vicenda solleva interrogativi importanti sulla gestione della sicurezza delle informazioni in ambiti governativi, evidenziando l’importanza di una strategia di cybersecurity rafforzata.

La valutazione e la messa in atto di queste nuove misure di sicurezza rappresentano un passo essenziale verso un ambiente digitale più sicuro e protetto all’interno delle istituzioni.

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