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In crociera: Il vero lusso del “lasciarsi andare”

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In crociera: dall’epoca d’oro ai viaggi moderni, tra lusso, intrattenimento variegato e la magia dell’oceano sotto il ponte

In principio, furono vento e vele; poi, vapore e motore. Ne sarà passata di acqua sotto e, in questo caso, anche sopra i ponti, da quando una lunga (e, spesso, disperata) traversata oceanica si è trasformata in una delle tipologie di viaggio più amate da viaggiatori e vacanzieri.

Nel 1800, si partiva per emigrare in America, in cerca di una vita migliore, affrontando un lungo viaggio per mare della durata di oltre un mese e mezzo, ma le condizioni erano tutt’altro che piacevoli, perfino per l’élite che poteva permettersi le migliori sistemazioni a bordo. La prima crociera, intesa nel suo concetto moderno, è stata effettuata dalla “Francesco I” sulla tratta Napoli-Costantinopoli nel 1833, ma il periodo d’oro di questo tipo di viaggio risale alla cosiddetta “BelleÉpoque”.

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Il progresso e ottimismo di tale periodo coincise con l’ascesa delle grandi società armatrici europee e americane, che gareggiavano per contendersi il mercato con navi sempre più grandi, veloci, sicure e, soprattutto, belle. Tanti i nomi che ancora riecheggiano nella storia della navigazione turistica: “Normandie”, “Rex”, “Andrea Doria”, “Queen Mary”, considerati, per il loro lusso, dei veri e propri “Grand Hotel” galleggianti.

Anche se il prestigioso premio “Blue Riband” (più famoso come “Nastro Azzurro”) veniva assegnato a chi riusciva a mantenere la velocità media più alta, la superficie liquida e salata del pianeta era così vasta da permettere ad ogni compagnia di navigazione nazionale di eccellere in un settore diverso: inglesi, tedeschi, americani e francesi si contendevano, di varo in varo, lo scettro per l’eleganza, qualità, efficienza ed atmosfera, mentre gli italiani si distinguevano sempre per il trattamento adulante del personale di bordo, tanto gradito ai passeggeri.

La grande competizione si misurava anche nei fasti degli arredi e nella preziosità delle suppellettili: porcellane, argento e cristallo per le stoviglie e tessuti pregiati per la biancheria. Persino le grandi case di moda dedicavano un’intera collezione, chiamata proprio “Cruise Collection”, agli outfit adatti, tra completi da giorno e abiti da sera per le cene di gala, per questo tipo di viaggio: un must da ostentare per gli esponenti dell’alta società. Ciò, ovviamente era destinato ai passeggeri più abbienti.

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I compartimenti stagni della nave rappresentavano fedelmente la divisione della società del tempo, i cui passeggeri di prima, seconda e terza classe, navigavano insieme, ma sempre separatamente.

Come affermava Robert Louis Stevenson (autore de “L’isola del tesoro”), “In terza classe, c’erano maschi e femmine; in prima, gentiluomini e signore”! Oggi è diverso: così come si accorciano le distanze in termini di raggiungibilità delle mete, così la divisione a bordo in base al ceto non esiste più.

La classificazione riguarda solo la differenza tra le sistemazioni in cabina; la classe non è più l’appartenenza sociale, ma quell’attitudine personale innata all’eleganza che, seppur non obbligatoria, ci sia augura sempre di trovare in viaggio! Il moto ondoso del comparto crocieristico è da sempre caratterizzato da soirée e tempeste: oltre al rollio e beccheggio, fastidiosi fenomeni fisici della normale navigazione, gli eventi tragici (come famigerati naufragi e dirottamenti che hanno minacciato spesso il flusso turistico) sono stati compensati dalla tv e dal cinema, che hanno agito da stabilizzatori, puntando ogni volta sull’allure della vita a bordo e sull’esotismo delle mete.

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Che si tratti di oceani, mari, laghi, fiumi navigabili, coste sabbiose o rocciose, metropoli e piccole città, arcipelaghi, atolli, fiordi o ghiacciai, gli itinerari sono tantissimi e garantiscono grandi emozioni, al di là della stagionalità.

Le dimensioni delle navi moderne, soprattutto quelle che navigano in mare, sempre più grandi, permettono una grande varietà e di servizi. Parola d’ordine “Intrattenimento”: pur offrendo escursioni calibrate perfettamente in termini di stanza e tempistica, la tendenza è quella, infatti, di trattenere il passeggero sempre di più a bordo, con tutto ciò sia possibile pensare per il divertimento diurno e serale, indipendentemente dal clima.

Innanzi tutto, l’animazione; poi, piscine attrezzate, con acquascivoli e aree relax, centri benessere e palestre, sport di qualsiasi tipo, simulatori, cinema all’aperto; un’offerta di ristorazione trasversale, dal fast food alle degustazioni gourmet di menu creati appositamente da chef stellati; dai tornei per adulti, ai club per i ragazzi, divisi per fasce d’età; dalla musica del classico pianoforte presente nel grande atrio con scale luccicanti e ascensori panoramici, ai grandi eventi come concerti e spettacoli.

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Il mare, fuori, è quasi un dettaglio. La rivoluzione dell’offerta di divertimento ha “spolverato” la crociera, come concetto di vacanza destinato a persone di mezza età o anziani in pensione, allargandolo soprattutto alle famiglie con bambini, ma anche alle coppie di sposi che la scelgono come luna di miele.

Anche oggi, con le navi si va in cerca di fortuna: non più sbarcando in altri continenti, ma inserendo monete nelle ipnotizzanti slot machine o facendo scivolare qualche fiche sul tapis vert del Casino sempre aperto, augurandosi, magari, di poter vincere e prolungare la vacanza.

Anche se, a dirla tutta, gli occhi dell’anziana e ricchissima signora italoamericana (personalmente conosciuta) che ormai viveva su una nave da crociera, non trasmettevano l’espressione di chi, dalla vita, aveva avuto più di tutto; piuttosto di chi, perdendo l’essenziale, affrontava la sua solitudine, trasformandola in un’infinita navigazione: “colmare col mare”. Privilegiati sono, senza dubbio, anche coloro che, notizia di poche ore fa, sono salpati per una crociera “Giro del Mondo”, che durerà più di 100 giorni.

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Per tutti gli altri non resta che approfittare di una settimana: per lasciarsi andare (letteralmente) e osservare languidamente i propri pensieri disperdersi nella scia di poppa della nave, tra i flutti del mare e le flûtes di champagne, prima che sia definitivamente calata l’ancora.

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