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Mes: cos’è e perché è necessario approvarlo

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Parlamento europeo
Di Diliff - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35972521

Il Mes è uno strumento importante per tutti gli stati europei: vediamo perché è necessario approvarne la riforma

Il Mes (meccanismo europeo di stabilità) è uno strumento internazionale a carattere regionale che ha lo scopo di fornire assistenza finanziaria ai Paesi dell’area euro che si trovano in difficoltà o che rischiano di compromettere la stabilità dell’intera unione monetaria. Il Mes è stato istituito nel 2012, in seguito alla crisi del debito sovrano che ha colpito alcuni Paesi europei, come la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna e Cipro.

Esso sostituisce i precedenti meccanismi temporanei di salvataggio, come il Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) e il Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MESF).

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Il Mes ha una capacità di prestito massima di 500 miliardi di euro, che può raccogliere sui mercati finanziari attraverso l’emissione di bond. È finanziato dai singoli Stati membri dell’area euro, in base alla loro quota di partecipazione al capitale della Banca centrale europea (BCE).

La Germania è il principale contribuente, con il 27,1% del totale, seguita dalla Francia (20,3%) e dall’Italia (17,9%). È gestito da un Consiglio dei governatori, composto dai ministri delle finanze dell’area euro, da un Consiglio di amministrazione, composto da rappresentanti dei governi nazionali, e da un direttore generale, attualmente il tedesco Klaus Regling.

L’assistenza del Mes ai Paesi in difficoltà non è automatica, ma è subordinata al rispetto di determinate condizioni, stabilite in un memorandum d’intesa tra il Paese richiedente e le istituzioni europee (Commissione europea, BCE e Fondo monetario internazionale).

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Le condizioni riguardano l’attuazione di riforme strutturali e di politiche fiscali volte a ristabilire la sostenibilità del debito pubblico e a rafforzare la competitività dell’economia. Può erogare diversi tipi di assistenza: prestiti per l’aggiustamento macroeconomico, prestiti per la ricapitalizzazione indiretta delle banche, acquisti di titoli sul mercato primario o secondario, linee di credito precauzionali e ricapitalizzazione diretta delle banche.

Ad oggi, il Mes ha concesso prestiti per l’aggiustamento macroeconomico a quattro Paesi: Grecia (86 miliardi di euro), Cipro (6,3 miliardi), Spagna (41,3 miliardi per la ricapitalizzazione indiretta delle banche) e Irlanda (22,5 miliardi). Il Portogallo ha beneficiato del FESF per 26 miliardi.

Tutti i Paesi assistiti hanno completato con successo i loro programmi di salvataggio e sono tornati sui mercati finanziari. Attualmente, il Mes non ha in corso nessun programma di assistenza.

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È uno degli elementi dell’unione bancaria europea, il progetto volto a creare un sistema bancario più integrato e sicuro nell’area euro. L’unione bancaria si basa su tre pilastri: la supervisione unica delle banche da parte della BCE, il meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie e il sistema europeo di garanzia dei depositi. Svolge un ruolo chiave nel meccanismo unico di risoluzione, in quanto può fornire una rete di sicurezza finanziaria al Fondo unico di risoluzione, che è alimentato dai contributi delle banche stesse.

Il Mes è stato oggetto di una riforma approvata nel dicembre 2019 dai leader europei. La riforma prevede l’anticipo al 2022 dell’entrata in vigore della rete di sicurezza finanziaria per il Fondo unico di risoluzione e l’introduzione della possibilità per il Mes di concedere linee di credito precauzionali ai Paesi che rispettano i requisiti di bilancio dell’Unione europea, senza ulteriori condizioni.

La riforma prevede anche una maggiore trasparenza e responsabilità del Mes nei confronti dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo. La riforma deve essere ratificata dai parlamenti nazionali per entrare in vigore.

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Il Mes è uno strumento di solidarietà tra i Paesi dell’area euro, ma anche di responsabilità e disciplina. Il suo obiettivo è quello di preservare la stabilità finanziaria dell’Unione economica e monetaria, salvaguardando al tempo stesso l’autonomia e la sovranità degli Stati membri.

 Ad oggi l’unico Stato europeo che non ha approvato le modifiche è l’Italia. Il 21 dicembre scorso, infatti, la camera ha sancito il no alla approvazione. Questa decisione blocca di fatto lo strumento per tutti gli Stati membri, rendendo di fatto impossibile l’utilizzo per coloro che ne hanno bisogno.

Per dovere di cronaca è bene ribadire che approvare le modifiche al Mes non significa usufruirne. Gli interrogativi sulla mancata approvazione delle modifiche da parte dell’Italia sono tanti. Dalla politica solo risposte fumose che hanno tutto il sapore ideologico di coloro che non sanno dare informazioni chiare agli italiani.

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