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Identikit emozionale di Amsterdam: profilo sfumato della capitale olandese
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Indentikit emozionale di Amsterdam, un viaggio in una città dalle mille sfaccettature. Da visitare almeno una volta
Città “chiusa” (“diga sul fiume Amstel”), ma solo nell’etimologia del suo nome: da sempre importante approdo nel nord Europa, ospita turisti da tutto il globo ed è ormai dimora condivisa di 170 nazionalità diverse.
Città intelligente, che riconosce la differenza come risorsa e il variegato retaggio culturale quale bene prezioso e sfaccettato, al pari dei suoi diamanti in transito.
Città bassa (sotto il livello del mare), per via delle sue terre sottratte all’acqua, che tuttavia ha raggiunto grandi altezze, in campo commerciale e soprattutto in ambito culturale.
Città paradossale che affonda le sue fondamenta nel fango e tuttavia, continua galleggiare sui canali e sulle sue certezze.
Città dinamica, dove il movimento è quello sostenibile dei tram, delle bici, di immense aree pedonali, ma anche quello di acqua e vento, suoi elementi naturali.
Città resiliente, capace, non solo di riparare i danni delle calamità, ma anche di domare proprio le forze della natura, trasformandole in risorse inesauribili di moto, spinta, sostegno, ma anche atmosfera e suggestione.
Città culturale, dove l’arte pittorica di grandi maestri quali Rembrandt, Vermeer e Van Gogh ha dato lustro e immortalità a nobili, mercanti e gente del popolo e ai loro mestieri. Lattaie, mamme alle prese coi pidocchi dei bambini, mangiatori di patate e guardie civili che organizzano ronde per proteggere dai pericoli della notte, anime di vernice conservati nei musei più importanti.
Città tollerante, in cui beghinaggio e prostituzione hanno convissuto per secoli, in quartieri a poca distanza dalle chiese più importanti, senza scandalo e senza ostruzione.
Città “easy”, che sa di fritto, cipolla e formaggio, dove si può scegliere di ristorarsi in un tradizionale Bruin Cafè, un alternativo Coffee Shop o in uno di quei chioschi dove patatine fritte e birra mettono d’accordo davvero tutti, al di là di età, nazionalità, estrazione sociale e regime alimentare!
Città di stereotipi da turista sempre in cerca di souvenir: ovunque presenti, gli zoccoli di legno (ormai inutilizzati) mentre, pochissimi i sopravvissuti mulini in città, giganti ora immobili, che un tempo hanno rappresentato l’unica forma di resistenza opponibile alla forza invasiva dell’acqua.
Città lucida, con le sue strade sempre umide, attraversate da coloro che vi giungono per perderla, la lucidità: inebriati dall’alcol, dai fumi “proibiti, consentiti nei coffe shop, nel piacere erotico donato da quelle luci rosse che fanno apparire i corpi perfetti e le relazioni, un semplice registro di corrispettivi.
Città con anima da mercante, scaltra, ma onesta, in cui le emozioni che promette vengono onorate: come accade quando, in cambio di anonimi semi e bulbi rigonfi, dalla terra in cui vengono piantati, spuntano scrigni di colori e profumo, proprio come i fiori del suo mercato.
Città dall’architettura singolare: ci sono case ballerine che si allungano verso l’alto, si “abbracciano” l’un l’altra, come elementi di un balletto, per non perdere l’equilibrio e case galleggianti ondeggiano nei canali punteggiati di centinaia di lobi luminosi. Gli elementi più famosi sono forse i loro tetti, descritti al mondo attraverso lo sguardo semplice di Anne Frank, la ragazzina ebrea, il cui diario è diventato memoria e testimonianza degli anni di reclusione, proprio in una di quelle soffitte, per sfuggire alla persecuzione nazista. Probabilmente, la casa più tristemente conosciuta.
Città che non dimentica il suo passato, le sue lotte contro le avversità: esondazioni, incendi ed epidemie di peste, cicatrici a forma di X ancora dolenti, impresse come tatuaggi sul vessillo cittadino, ma che al contempo ne celebrano le virtù che l’hanno distinta nelle difficoltà: valori, intraprendenza, misericordia.
Una ragnatela di canali, strade, ponti pronta a catturare; un’immagine tremolante data dal freddo e dall’ebbrezza di sensi, in cui fumo e profumo, grigiore e luci ambrate, si uniscono in un effetto sinergico per definire una meta particolare, dal profilo fluido.
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