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L’autunno va in scena: lo spettacolo della Natura ai Laghi di Plitvice

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L’autunno va in scena

L’autunno al Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice: una sinfonia di colori e emozioni nell’ambiente naturale unico

“Foliage” e “Forest Bathing” sono definizioni internazionali per indicare quelle romantiche escursioni nella natura e negli ambienti boschivi, tipiche della stagione di passaggio tra l’estate e l’inverno, ultime occasioni prima che le temperature diventino troppo rigide per stare all’aria aperta.

Uno dei luoghi più suggestivi per mettersi in relazione con un ambiente naturale potente è il Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice. Situato in Croazia, nella regione della Lika, questo parco, vero e proprio santuario della natura, è annoverato tra i beni protetti dall’Unesco per la sua unicità, per l’importanza nell’ambito dei processi di biodinamica e per la varietà di ambienti che unisce.

In un territorio vastissimo, fatto di foreste e bacini, le razionali leggi fisiche della fluidodinamica e la teoria dei vasi comunicanti esplicano solo in parte quella che è poi la realtà emozionale dei sedici laghi comunicanti: qui, acqua e pietra si sfiorano, si abbracciano, si uniscono e, grazie all’azione combinata di alghe e muschi, perfino, si “fondono”. La Natura si esalta nel dislivello delle altezze, nella profondità dei bacini, nell’eterna battaglia tra la permeabilità e la resistenza che, qui termina sempre nella vittoria dell’armonia.

Come in un teatro maestoso, coltri rocciose di tufo e dolomia calano dall’alto e si immergono oltre la superficie liquida, creando un vero e proprio palcoscenico, che indipendentemente dalle stagioni di visita, garantisce, con differenti scenografie, un’opera inimitabile. “Signore e Signori”, va in scena lo spettacolo della Natura! Al fortunato spettatore, pur consapevole di non essere la star, viene concesso di percorrere un infinito ed insolito “wood carpet”, partecipando ad una esperienza multisensoriale.

La vista è diversamente sollecitata: inondata dai colori preziosi delle acque placide dallo smeraldo, al verde giada, all’azzurro acquamarina; offuscata dalla nebbiolina in risalita delle cascate, e ancora, abbagliata dai riflessi argentei in superfice. L’ autunno si avvia a terminare il poetico processo di transizione con un ultimo colpo di scena.

Tutto intorno, per contrasto, faggi, querce, pini, abeti, betulle e sicomori alternano le sfumature delle chiome dal giallo, all’arancio intenso, passando per l’oro caldo, fino ai tocchi di viola delle bacche o delle perle spinose rosso fuoco dei cespugli di Pyracantha. Impossibile resistere alla tentazione dell’esplorazione tattile: toccare le enormi felci, sfiorare le foglie divenute pizzo per l’erosione degli insetti, accarezzare il velluto dei muschi bagnati, stringere con forza le radici emerse dalla terra, che formano incredibili intrecci speculari alle chiome.

Inoltre, un’altalena sonora accompagna il cammino: tra gli strusci di invisibili e veloci rettili nell’erba alta e il vento che è fruscio tra i rami, i passi umani sono ora tonfi legnosi di passerelle sospese su acque gorgoglianti, ora scrocchianti sulle foglie accartocciate; in prossimità delle pareti muschiate, dove l’acqua si tuffa da incredibili altezze, il canto della natura sovrasta tutto il resto.

Non ha importanza arrivare qui come abitudinari del trekking o come escursionisti occasionali: esistono diversi percorsi, con durata e difficoltà differenziata, in concomitanza con battelli e trenino elettrico, che offrono a tutti l’opportunità di godere a pieno della meraviglia di questi luoghi, solida e liquida allo stesso tempo.

Ogni anno, visitatori da tutto il mondo raggiungono Plitvice, percorrono passerelle e sentieri, ne scalano i pendii per testimoniare all’unione delle acque del Fiume Bianco e del Fiume Nero che, nel punto più spettacolare del parco, danno origine alla magia della cascata più bella, (non la più alta che è di circa 78 metri), chiamata “Sastavci”, che in croato, vuol dire, appunto, “Incontro”.

Come ospite educato, superfluo sottolinearlo, il visitatore è tenuto ad avere un comportamento rispettoso: in questi luoghi, è possibile lasciarsi dietro solo l’impronta delle proprie scarpe e non è consentito portarsi via nient’altro che ricordi indelebili. Inoltre, come premio al traguardo del percorso è ammessa solo l’immersione virtuale, al fine di attingere dall’acqua quella trasparenza a cui l’anima vuole e deve legittimamente aspirare.

Non di rado, come in un finale commovente, si può avvertire un tuffo al cuore, segnale inequivocabile della risalita di emozioni sommerse che, per osmosi, faranno cadere qualche lacrima, unica forma liquida assente in questa meraviglia opalescente.

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