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Allarme lavoro minorile, Nave: così si blocca la crescita educativa

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Allarme lavoro minorile

Allarme lavoro minorile, Nave (M5S): “In Italia ci sono 336mila minorenni che lavorano. […] Un dato drammatico”

Il senatore del Movimento 5 Stelle Luigi Nave tramite la sua pagina Facebook ha parlato dell’allarme lavoro minorile in Italia.

Il Senatore ha dichiarato: “In Italia ci sono 336mila minorenni che lavorano. Si tratta di bambini e adolescenti impegnati nella ristorazione e la vendita al dettaglio, nelle attività in campagna, in cantiere, e nella cura con continuità di fratelli, sorelle o parenti. Un dato drammatico

È urgente la necessità di definire bene il fenomeno e comprenderne le caratteristiche, valutarne l’evoluzione nel tempo e le connessioni con la dispersione scolastica, con un osservatorio che fornisca dati aggiornati sul fenomeno e valutarne gli effetti.”

Ha poi continuato: “Tra i 14-15enni che dichiarano di svolgere o aver svolto un’attività lavorativa, un gruppo consistente (27,8%) ha svolto lavori particolarmente dannosi per i percorsi educativi e per il benessere psicofisico, perché svolti in maniera continuativa durante il periodo scolastico, oppure svolti in orari notturni o, ancora, perchè percepiti dagli stessi intervistati come pericolosi. Si tolgono i bambini dalle scuole così…

Ritengo l’ingresso troppo precoce nel mondo del lavoro una forzatura che incide negativamente sulla crescita e sulla continuità educativa, alimentando il fenomeno della dispersione scolastica, alcuni studi sul tema confermano poi un forte legame tra esperienze lavorative troppo precoci e coinvolgimento nel circuito penale.

Anche il lavoro minorile si va evolvendo. Emergono anche nuove forme di lavoro online (5,7%), come la realizzazione di contenuti per social o videogiochi, o ancora il reselling di sneakers, smartphone e pods per sigarette elettroniche.

La crisi economica ed il conseguente impoverimento delle famiglie rischia di far aumentare sempre di più questo fenomeno e certamente le nuove tecnologie portano ad un facile approccio per una generazione digitale.

La politica, sia di destra che di sinistra, è praticamente assente, specie nei sobborghi cittadini dove si concentrano maggiori disuguaglianze”.

Ha poi aggiunto: “Il ruolo della politica dovrebbe essere proprio relegato all’ascolto dei bisogni dei cittadini per rappresentarli nelle istituzioni competenti e mai come oggi è chiara la disaffezione da ambo le parti sociali. Auspico un ritorno alla sana politica territoriale per arginare i vari fenomeni degenerativi ormai evidenti.

Nemmeno la scuola riesce a recuperarli perché non ci vanno e preferiscono lavorare. Che società stiamo forgiando?

È chiaro che il fenomeno del lavoro minorile contribuisce al fenomeno dei NEET alimentando la trasmissione Intergerazionale della povertà e dell’esclusione sociale.
Direbbe Lenin, che fare?

Direi che necessita un piano operativo che metta in ordine le priorità educative di questo Paese con un offerta adeguata per i tempi e le modalità.”

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