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Uno sfregio all’arte e all’inclusione: vandalizzato il murale di Paola Egonu
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Un insulto all’italianità e alla lotta contro il razzismo: indignazione unanime e solidarietà per Paola Egonu e l’artista Laika.
Roma, agosto 2024 – Era stato pensato come un simbolo di orgoglio, un tributo all’italianità e alla lotta contro il razzismo e la xenofobia. Ma il murale dedicato a Paola Egonu, campionessa olimpica e icona del volley italiano, non ha resistito nemmeno ventiquattr’ore prima di essere deturpato. L’opera, realizzata dalla street artist romana Laika e collocata sul muro di fronte alla sede delle Federazioni sportive a Roma, è stata vandalizzata nella notte con vernice spray rosa, che ha imbrattato il volto e il corpo della pallavolista.
L’atto vile ha suscitato sdegno unanime e condanna da parte di esponenti politici di tutte le fazioni, dai ministri Antonio Tajani e Andrea Abodi, alla segretaria del PD Elly Schlein. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha definito l’accaduto un “vile insulto” non solo verso Paola Egonu, ma anche verso l’artista e l’intero messaggio di inclusività che l’opera voleva trasmettere.
Un sentimento condiviso da numerosi esponenti del mondo sportivo e culturale, che hanno espresso la loro solidarietà nei confronti della campionessa e dell’artista.
Il murale, intitolato “Italianità“, rappresentava Paola Egonu in un momento di grande intensità, mentre schiaccia una palla da volley con indosso il tricolore.
Un’immagine potente, pensata per celebrare non solo il successo sportivo di Egonu, ma anche il suo ruolo come simbolo di una nuova Italia, più inclusiva e aperta.
L’artista Laika, profondamente colpita dall’accaduto, ha subito annunciato sui social la sua “vendetta“: dipingerà l’intero muro con un nuovo messaggio ancora più forte e deciso contro il razzismo. “Il razzismo è un cancro brutto da cui l’Italia deve guarire,” ha scritto, aggiungendo che la battaglia contro l’intolleranza non si fermerà davanti a gesti di vandalismo.
In parallelo, sui social network si sono moltiplicati i messaggi di sostegno. Il capitano della nazionale maschile di volley, Simone Giannelli, ha scritto: “Le persone che hanno fatto questo non meritano di essere chiamate tali. Paola, non ti curar di loro.” Anche numerosi esponenti del governo, tra cui la ministra del Turismo Daniela Santanché, hanno espresso vicinanza a Paola Egonu, ribadendo l’importanza di combattere ogni forma di razzismo.
Mentre le autorità locali e nazionali promettono di fare luce sull’accaduto, non è escluso che vengano analizzate le immagini delle telecamere di sicurezza presenti nell’area per individuare i responsabili. Intanto, una cittadina, armata di guanti e pennello, ha deciso di agire subito, riportando al colore originale la pelle di Paola Egonu, un gesto simbolico che ha emozionato l’artista e l’opinione pubblica.
In questo momento di grande amarezza, emerge una nota di speranza: la determinazione di chi, come Laika e tanti altri, non si arrende all’odio e continua a lottare per un futuro migliore. Un futuro in cui il colore della pelle non sia motivo di divisione, ma una delle tante sfumature che arricchiscono la nostra società.
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