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“Non ti pago!”: una rivisitazione delle commedie di Eduardo De Filippo
Pubblicato
11 mesi fail
“Non ti pago!” su Rai 1: una stravagante rivisitazione delle commedie di Eduardo De Filippo, un viaggio nella cultura storica italiana
Esploriamo il legame intramontabile con il presepe e l’affetto per le commedie di Eduardo De Filippo, che, per molti di noi, sono parte integrante della tradizione teatrale italiana.
Attraverso il film trasmesso su Rai 1, una serie di elementi stravaganti come il pappagallo parlante, la ciuccia alata e il “porompompero” catturano l’attenzione. Tuttavia, ciò solleva la domanda fondamentale: perché questa scelta?
Il film sembra ridurre il dialogo tra don Ferdinando, l’avvocato Strumillo e don Raffaele a una serie di espressioni senza senso. La regia di Edoardo De Angelis e la performance di Sergio Castellitto sollevano interrogativi sulla coerenza della narrazione.
L’interpretazione di donna Concetta, caratterizzata da sussurri, e altre scelte registiche, come il canticchiare al pianoforte di Castellitto, sembrano distanziarsi dall’originale. La volontà di modernizzare si mescola alla paura di stravolgere, creando un risultato forse indigesto per il pubblico.
De Angelis e Castellitto avevano l’opportunità di affrontare tre commedie eduardiane con una prospettiva tradizionale o innovativa. Tuttavia, sembrano aver scelto una strada intermedia, risultando in una produzione che potrebbe non soddisfare appieno gli spettatori.
La strana scelta del duo Castellitto-De Angelis di introdurre elementi come il pappagallo e il pianoforte nella produzione eduardiana può essere paragonata alla controversa pizza all’ananas. Mentre alcuni apprezzeranno la novità, altri potrebbero preferire la versione del 1964 disponibile su Raiplay.
La produzione presenta l’ultima interpretazione di Antonio Casagrande, un attore che ha lavorato con De Filippo negli anni Sessanta. La sua uscita di scena, condivisa con il figlio Maurizio che interpreta il prete, don Raffaele, diventa un toccante tributo a Eduardo De Filippo.
In questa stravagante produzione, la tradizione eduardiana si fonde con elementi moderni, creando un’esperienza che può dividere il pubblico. La nostalgia per le commedie originali resta intatta, ma la reinterpretazione offre spunti interessanti per riflettere sulla continuità e l’innovazione nel mondo del teatro e del cinema italiano.
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