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Sergio Costa a Villaricca: la terra dei fuochi è iniziata qui
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Sergio Costa, Vicepresidente della Camera dei Deputati, in un intervento a Villaricca, ha fatto un’operazione verità e di memoria sull’ambiente
Conoscendo la proverbiale schiettezza del Generale Sergio Costa, ci aspettavamo un intervento potente sull’ambiente. Lo ha fatto in un territorio dove la camorra ha interrato ogni tipo di rifiuti, ad una profondità a circa venti metri.
“Stamattina, venendo qui, è stato un tuffo nella memoria. La prima volta che sono venuto qua era negli anni Ottanta e ricordo perfettamente quel famoso 1989, in un noto ristorante di questo comune (Villaricca ndr), io ero uno di quelli che aveva le cuffie e ascoltava quello scellerato patto, dove la camorra era seduta a mangiare, e quel verbo ‘mangiare’ significa tante cose. Non significa solo sedersi e mangiare qualcosa, ma mangiare la vita delle persone”. Così ha esordito il vicepresidente della Camera dei Deputati ed esponente del M5S.
Una testimonianza potentissima di un passato di indagini non lascia indifferenti. Queste ultime poi scontratesi con una parte di opinione pubblica che, pur sapendo cosa accadeva nei terreni tra Villaricca, Giugliano e Qualiano, ha preferito restare in silenzio. Le indagini hanno portato ad arresti importanti, hanno svelato commistioni tra camorra e colletti bianchi e tanto altro.
Grazie ai risultati investigativi, tutti si aspettavano un intervento politico da Roma. Ai cittadini, infatti, erano chiare e lampanti le conseguenze di quelle azioni criminali, ma da Roma nulla. Per quarant’anni solo il silenzio assoluto e qualche contentino.
Una storia che tutti conoscono e moltissimi fanno finta di non ricordare, da qui l’importanza l’intervento del Generale dei Carabinieri a Villaricca.
“La riflessione che voglio condividere con voi e che tutto è iniziato a Villaricca con la terra dei fuochi e qua (a Villaricca ndr) è il momento di ripartire. Le leggi sono state fatte perché c’è una sensibilità del Movimento 5 Stelle, ed è uno dei motivi percui – una volta terminata la mia esperienza di Ministro – ho deciso di fare questo percorso. Ho notato la voglia, la passione, il desiderio di trasparenza e di rinascita“.
Di quali leggi parla Costa? Anche su queste c’è bisogno di una bella rispolverata la prima è la 68/2015, la cosiddetta legge sugli Ecoreati. Tale legge ha dato strumenti in più per poter punire coloro che si macchiano di reati ambientali. Per questi ultimi, infatti, in precedenza erano previste sanzioni, mentre oggi si rischia la galera e multe salatissime.
Parla, inoltre, della modifica dell’articolo 3, comma 1 del decreto-legge numero 61 dell’undici maggio del 2007 e poi convertito nella legge 87 del 5 luglio 2007.
La modifica ha permesso che sul territorio non siano più costruiti ulteriori siti di smaltimento e trattamento di rifiuti. Il tutto approvato con la legge finanziaria approvata il 30 dicembre 2021.
In realtà le leggi in favore dell’ambiente sono tante, persino la modifica Costituzionale, ma quelle descritte interessano particolarmente il territorio a Nord di Napoli.
Decisioni sacrosante per un territorio che ha dato tanto in termini di accettazione di impianti e deposito di rifiuti, senza contare quello che ha interrato la camorra nel corso degli anni. Senza contare quanto dato in termini di salute e di vite.
A spingere le leggi i cittadini, comitati e attivisti sul territorio, stufi di un immobilismo che nel frattempo iniziava anche a mietere vittime. La sensibilità dei rappresentanti in parlamento è stata quella di raccogliere le istanze e combattere affinché fossero approvate.
Un altro passaggio importantissimo riguarda quello delle indagini. Ha raccontato dei sopralluoghi notturni compiuti su auto blindate, di notte, con il Collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo che indicava luoghi e circostanze, il tutto secretato negli atti di indagini.
È un fiume in piena il deputato Sergio Costa. Il suo racconto è di una tranquillità e semplicità sconvolgente, tipica di un uomo che ha ben chiaro tutto: verità giudiziali, fatti, luoghi e circostanze. Conscio di non temere alcun tipo di confronto perché lui c’era sul serio.
Perché sa cosa c’è sotto cava Al.Ma, per dirlo con le sue parole “c’è l’ira di Dio, ve lo dico da investigatore, da chi teneva quelle cuffie. Ve lo dico da chi, per motivi collegati al giuramento fatto allo Stato, non può dirle certe cose perché sono secretate negli atti investigativi”.
Poi ha parlato di caratterizzazione dei rifiuti che sono a venticinque metri. Bisogna capire la natura di quei rifiuti. Ma la situazione non è diversa per il sito di cava Riconta o per la Resit. Poi continua Costa dicendo che per quanto interrato “L’istituto superiore di sanità ha certificato che incide sulla salute. Noi lo sapevamo già. Adesso c’è certificazione dell’Istituto Superiore di Sanità, questi stessi medici che, all’epoca, dicevano che non era vero che vi fosse un rapporto tra salute e ambiente, che non era vero, che era un’immaginazione. Oggi abbiamo la certificazione”.
Tra una immaginazione e l’altra il territorio ha conosciuto ogni tipo di malattia e le persone continuano ad ammalarsi. Non solo un territorio dove si moriva solo di arresto cardiaco. Oggi grazie al registro tumori – invocato per quarant’anni – sappiamo che si muore anche di tumori e che i morti sono tantissimi.
Costa però prosegue il racconto, spiegando anche come si è giunti alla certificazione: “non è stata ottenuta grazie all’autorità amministrativa, ma grazie ad un giudice della Procura di Napoli Nord, che ha dovuto obbligare a certificare”.
Adesso però la città di avvia a rinnovare il suo Consiglio comunale. Costa tiene giustamente alla sua parte politica e al suo candidato sindaco ma, in realtà alla luce di tutti passi ottenuti, è bene che le future amministrazioni e quelle attuali dicano la verità alle comunità. Adesso ci sono più strumenti per gli amministratori locali per poter agire.
Su tale base si può costruire in sinergia la rinascita di un intero territorio. Quest’ultimo, di fatto, non solo è connesso territorialmente ma è connesso anche da una realtà tragica che va assolutamente cambiata. Le comunità hanno gli stessi problemi e le stesse criticità che spesso si interconnettono e che possono essere risolte solo non guardando nel proprio orticello.
Un passo necessario che va compiuto. Non farlo, sarebbe come ha detto l’onorevole Costa “restare sempre nel 1989”. L’anno in cui si veniva a conoscenza della devastazione ambientale che avveniva sotto gli occhi di tutti. Un periodo quando tanti erano quelli che si voltavano dall’altra parte.
Per l’intero intervento di Costa clicca qui
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