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Confusione sulle ricette dematerializzate: lite tra medico e paziente
Pubblicato
2 anni fail
Confusione sulla scadenza delle ricette dematerializzate programmabili per un centro convenzionato: lite verbale tra medico e paziente. Il dottor Persico di FIMMG invia pec i Procura.
La Confusione sulle ricette dematerializzate, genera spesso liti anche con gravi conseguenze tra medici e pazienti. In questo caso il pomo della discordia è la ricetta programmabile a causa dei tetti di spesa.
Tutto ciò In una Regione come la Campania dove la realtà raccontata nelle comunicazioni è ben diversa da quella che vivono ogni giorno medici e pazienti, genera delle tensioni indicibili tra pazienti con patologie gravi e medici. Una situazione paradossale perché medico e paziente dovrebbero essere in sinergia per ottenere cure migliori.
Quella che raccontiamo è solo l’ultima di una lunga serie. Innanzi tutto chiariamo subito: la ricetta è un documento ufficiale che ha una scadenza, non un pezzettino di carta insignificante. Rilasciarne una nuova quando la precedente è in corso di validità è una violazione. Un centro convenzionato del distretto 19 dell’ASL di Caserta non accetta la ricetta programmabile ad una paziente e la rimanda dal medico per farsene rilasciare una nuova. Il medico spiega che non è possibile perché la precedente è ancora valida e loro sono tenuti ad accettarla ed ecco l’aggressione.
Il medico in questione è il dottor Pasquale Persico, Medico di assistenza primaria e Segretario Regionale FIMMG per il settore Continuità Assistenziale. Uno di quei medici che la legge la conosce fin troppo bene e, allo stesso modo conosce i tempi di durata delle ricette dematerializzate.
Ieri sera il dottor Persico, con studio in Aversa, al termine forse di una giornata alquanto turbolenta ha mandato in redazione una sua comunicazione, lasciata anche sul suo Profilo facebook, che riportiamo fedelmente sotto.
La Comunicazione del Dottor Pasquale Persico
Regione Campania ASL Caserta: Ricetta dematerializzata emessa in data 7 marzo non viene presa in carico dal centro convenzionato, rilascia un “pizzino” motivando il perché, la pseudo-prenotazione è stata fatta per il 13 di aprile ed è stata richiesta alla paziente una “RICETTA FRESCA”.
Mercoledì sera sono stato aggredito ed offeso dal fratello della signora che pretendeva ripetessi la ricetta ancora valida.
Ieri venerdì si presenta l’altro fratello poliziotto che rimando alla direttrice del distretto dott.ssa Scalera che dichiara “purtroppo non posso intervenire il centro non è nel nostro distretto bensì appartiene al distretto 19”.
I pazienti si recano dal dott. Cannavale responsabile del distretto 19 che afferma di non poterci fare nulla e che l’unica soluzione è ripetere la ricetta!
Questa è la confusione regnante in Regione Campania da quando è in vigore il budget per i centri convenzionati, pur sapendo di non poter soddisfare la richiesta di prestazione, illegalmente, prenotano l’esame senza registrare la ricetta, per una data in cui quella ricetta sarà scaduta, costringendo Noi Medici di Famiglia a ripetere una miriade di “RICETTE FRESCHE”! Questa è la sanità del presidente De Luca!
Nella foto a corredo c’è la spiegazione del fornita con il “pizzino” di cui parla il dottor Persico.
È chiaro che qualcosa non funziona nei tetti di spesa perché sembra che le regole cambino mese per mese. È chiaro che qualcosa non va per i centri convenzionati e nemmeno nei distretti sanitari, dove nessuno può fare nulla. Resta chiarissima la confusione generata che va a tutto discapito del paziente.
Sicuramente la paziente del dottor Persico avrà una certa urgenza di ricevere l’esame diagnostico, ma è chiaro che i tetti di spesa andrebbero bene se la contropartita fosse una sanità pubblica efficiente, non certo nelle condizioni in cui si trova quella campana.
Attualmente con continue regole e pseudo-regole, condite molto spesso da spiegazioni di molti centri convenzionati al limite della “supercazzola”, i tetti di spesa generano continue tensioni tra pazienti e medici di base. Nel 2023 è inaccettabile sia dall’una che dall’altra parte.
Le tensioni aumentano quando soprattutto per coloro che hanno gravi patologie. Questo si ripercuote sul medico di medicina generale generando seri problemi che vanno a discapito sempre del paziente. Una Amministrazione regionale seria non può consentire simili situazioni.
La Regione deve comprendere che laddove vi sono problemi di salute gravi i pazienti o chi per loro non possono essere sbattuti a avanti e dietro come pacchi postali. Tale tale pratica, infatti, genera nervosismo che spesso si traduce in aggressioni anche gravi.
Il medico di base non può essere messo in condizioni di delinquere per assecondare la confusione del SSR, dove sembra che nessuno sappia nulla.
Ad ogni modo il dottor Persico, stanco evidentemente dell’andazzo ha scritto a mezzo PEC alla Procura della Repubblica e alla Regione Campania. Tutto solo per far rispettare la legge.
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