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“L’Adriatica scorre negli anni ’80”, il nuovo romanzo di Marco Guidi

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L’Adriatica scorre negli anni ’80

“L’Adriatica scorre negli anni ’80” è un romanzo giallo che, ambientato nell’entroterra di Cesenatico, ci porta nelle luci e ombre dell’umanità

Casa Editrice: Dialoghi
Collana: Grida
Genere: Soft Thriller
Pagine: 188
Prezzo: 15,00 €

“L’Adriatica scorre negli anni ’80” è il nuovo romanzo giallo di Marco Guidi, ambientato nel cuore della Romagna, più precisamente tra la zona di Santarcangelo e l’entroterra di Cesenatico. La zona delle trattorie tipiche e dell’umanità gioviale e goliardica.

È inoltre da menzionare il paese di Gatteo, un posto molto frequentato dell’autore, che diviene un luogo chiave attorno a cui ruota la vicenda narrata.

Guidi, infatti, ha voluto omaggiare questa terra dalle antiche tradizioni e dal grande cuore, in cui avverrà un omicidio cruento che altererà gli equilibri di tutti i cittadini.

La tranquilla routine di una località romagnola viene infatti sconvolta dal ritrovamento di un cadavere: è di una donna, barbaramente uccisa, che poi verrà riconosciuta in Alena, una escort polacca.

Il tipo di vittima porterà a indagini sommarie dovute alla sua non rispettabilità, e ci penserà quindi un gruppo di amici, molto affezionati alla donna, a cercare di far luce sul caso.

Durante le investigazioni emergeranno segreti inconfessabili e atti brutali. Si scoprirà anche il passato di Alena e le sue speranze per un futuro lontano dalla sua professione, e dai dolori che avevano stravolto la sua esistenza.

«Alena voleva la pace. E fare ciò che sapeva fare meglio. Non tanto il sesso, ma amare. A modo suo. Una forma meno canonica di amore, ma indubbiamente più autentica di certi amori millantati e poi finiti in scartoffie legali, tradimenti o, peggio ancora, lividi o morte».

Marco Guidi ci conduce nell’orrore più spaventoso: quello che proviene dall’animo umano. Ci mostra, però, anche il potere dell’amicizia e del rispetto, che porta a correre rischi pur di affermare la verità.

Il punto di forza dell’opera risiede proprio nei numerosi personaggi, e nel legame che li unisce. Ognuno di loro è caratterizzato con cura: l’autore è molto abile nel far emergere i lati più peculiari e la veracità delle loro personalità. Incontriamo quindi Franco Vincenzi, detto “Testaclà”, un ristoratore innamorato della vita.

«Si sentiva contemporaneamente attore e regista, protagonista controllore di ogni sfumatura del suo cameo. Tra amici, vino, mangiate, donne e vita di paese, Franco scriveva la sceneggiatura del suo Amarcord quotidiano».

Ancora Max Bellavista, un pensatore fino, vero motore delle azioni volte a dare giustizia ad Alena. E quando l’autore ci dipinge il profilo dell’assassino, ci sentiamo molto turbati: la natura umana è debole, e spesso corruttibile.

Marco Guidi ci mostra le luci ma anche le ombre dell’umanità, nella loro realtà più cruda.

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