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Un “nuovo vizio” nel Vicolo della Cultura a Napoli
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3 anni fail
Tra i più di cento vicoli che la città partenopea conta, l’ultimo arrivato, sito in via Montesilvano, è quello “della Cultura”, il primo in Italia.
Il vicolo a Napoli non è considerato un’anonima strada molto stretta circondata da case e palazzi, ma ogni vico ha una sua storia che ne definisce l’identità.
Tra i più di cento vicoli che la città partenopea conta, l’ultimo arrivato, sito in via Montesilvano, è quello “della Cultura”, il primo in Italia.
Nato nel cuore del rione Sanità in un bene che una volta era nelle mani della criminalità organizzata, questo progetto vuole essere un segnale di speranza in un luogo dove purtroppo, per molti anni, la camorra l’ha fatta da padrona.
Anche la scelta del nome, “della Cultura”, non è stata fatta a caso ma vuole sottolineare come proprio la cultura deve essere l’arma principale da usare per difendersi dalla malavita “Perché se sei istruito, hai sempre un’alternativa alla criminalità” come afferma D’Errico, presidente dell’associazione “Opportunity Onlus”, promotrice di questa idea sostenuta dall’azienda di caffè Toraldo.
Inaugurato il 28 dicembre del 2019, questo vicolo ha già attirato molti visitatori e gli abitanti del posto, mentre sono intenti nelle loro faccende quotidiane, non mancano di trasformarsi in guide dando indicazioni ai turisti, invitandoli a prendere dei libri, a raccontare la storia di quel luogo con l’orgoglio di essere i primi in Italia a vivere una realtà simile. Infatti, il Vicolo della Cultura non vuole essere semplicemente il nome di una strada ma un modello culturale dove la collettività si senta coinvolta ed impegnata quanto più possibile in modo tale da tenersi lontano dalla delinquenza.
Questo luogo diventa, così, un momento di scambio e confronto culturale dotato di una biblioteca a cielo aperto, a cui tutti possono accedere e … frequentarlo deve diventare un “vizio”: come abbiamo l’abitudine di andare al bar a prendere il caffè, così dobbiamo prendere l’abitudine di andare “dint ‘o vico a piglià a cultura”.
Dint ‘o vico
Passeggiando in questa stradina, tra gli immancabili panni stesi, voci di gente che chiacchiera fuori dalle porte, s’ incontrano, non soltanto edicole votive molto care ai napoletani ma anche quelle culturali con all’interno la “cultura” sotto forma di libri.
Precedute dall’espressione “Toraldo t’accumpagna”, queste “moderne” edicole, oltre ad ospitare libri di ogni genere che tutti possono prendere gratuitamente o donarne altri, riportano anche frasi di artisti napoletani che offrono spunti di riflessione nel lettore.
Quando entriamo “dint ‘o vico”, poi, non siamo mai soli ma ad accoglierci e a farci da padroni di casa troviamo, oltre a chi lì ci abita, anche l’ironia di Totò, la bellezza di Sofia Loren, il realismo di Edoardo, la musica di Pino Daniele assieme all’amico Massimo. Infatti, queste opere di street art, realizzate da Mario Schiano e Gianluca Raro, ci accompagnano fino al civico 23 dove ha sede l’associazione “Opportunity Onlus”, una comunità di giovani volontari che offre servizi gratuiti sia ad adulti che a bambini. Infatti, a costo zero, questi ragazzi organizzano laboratori di favole per i più piccoli, corsi di teatro tenuti dai balconi, corsi di informatica, offrono assistenza legale e uno sportello d’ascolto, assieme ad altri servizi utili alla comunità.
Pertanto, come nel ‘700, con un “escamotage” sacro s’ illuminarono le strade dei vicoli per renderle meno pericolose, così oggi questo luogo torna a splendere grazie alla luce della cultura sotto forma di arte, libri e opere artistiche.
Tutto ciò avviene sotto gli occhi vigili di quei buon esempi di napoletanità che hanno reso la città ai piedi del Vesuvio nota in tutto il mondo. E, tra un deciso “Siamo uomini o caporali”, un impacciato “Scusate il ritardo” e una flemmatica “Tazzulella e cafè” mentre si aspetta con “pacienza” che “Adda passà ‘a nuttata”, si ridà a questi luoghi bellezza e speranza che per troppo tempo il degrado ha negato.
Considerata in passato la strada dello spaccio, ora in via Montesilvano, l’unica cosa che si trova di stupefacente sono libri, murales, arte e tanta voglia di rinascita.
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