Cronaca
Violenza sessuale ASL di Pompei: interdittiva per un medico
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2 anni fail
Violenza sessuale all’ASL di Pompei, interdetto dalla professione un medico. Secondo gli inquirenti sarebbero sette gli episodi
Violenza sessuale all’ASL di Pompei. Questa mattina, su delega della Procura di Torre Annunziata, gli agenti del Commissariato di Pompei hanno eseguito una ordinanza di misura interdittiva della professione medica.
A emettere il provvedimento il Giudice per le indagini Preliminare del Tribunale di Torre Annunziata. Destinatario dell’interdittiva un ccardiologo della locale ASL. L’indagato risulta gravemente indiziato del reato di violenza sessuale continuata.
Con l’interdittiva è disposto il divieto di esercitare la professione medica per la durata di 12 mesi nei confronti di pazienti di sesso femminile e in presenza delle stesse.
L’attività d’indagine e scaturita da una denunciapresentata da una delle pazienti delle medico. La donna avrebbe riferiti di aver subito palpeggiamente e molestie di vario genere, nel corso di una visita medica effettuata in una struttura pubblica, da parte dell’indagato.
Le indagini, espletate dal Commissariato di P.S. di Pompei e coordinate da questa Procura della Repubblica, hanno permesso di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dell’indagato. L’uomo avrebbe effettuato condotte analoghe a quelle denunciate nei confronti di unapluralità di pazienti donne, anche recentemente.
Il monitoraggio dell’attività medica svolta dal sanitario nel 2021 all’interno dell’ambulatorio della ASL di Pompei ha permesso, infatti, di cristallizzare numerose visite mediche nelle quali si registravano episodi di abusi sessuali da parte dell’indagato.
Essi consisterebbero in palpeggiamenti del seno, dell’inguine e in altre zone intime delle pazienti. Avrebbe inoltre attuato, come riporta una nota della Procura, lo “strusciameto dei propri genitali contro parti del corpo delle vittime”.
Seconto gli inquirenti, si trattava di atti sessuali “artatamante mascherati e dissimulari nell’ambito dell’ordinaria attività di diagnosi medica”.
Fondamentali per appurare tali comportamenti le intercettazioni ambientali audiovideo, corroborate dall’escussione delle pazienti oggetto delle attenzioni dell’indagato.
Secondo quanto ritentuto nell’ordinanza della misura cautelare interdittiva, le indagini espletate hanno permesso, altresì, di accertare come alcune delle vittime non si fossero rese conto nemmeno conto delle palpeggiamenti e dei toccamenti impropri del medico. Erano infatti preoccupate per la visita medica in atto e fiduciose della professionalità del sanitario. L’indagato, infatti, avrebbe agito “sfruttando la posizione di inferiorità psicologica delle vittime”.
Sottoposti ad analisi tecnica da parte di un consulente medico i filmati delle condotte dell’indagato acuisite dalla polizia giudiziaria. Il fine quello di verificare la correttezza professionale deontologica e la pertinenza di delle manovre effettuate dall’indagato durante le visite mediche delle pazienti.
La consuleza tecnica avrebbe suffragato l’ipotesi accusatoria. Avrebbe evidenziato pratiche avulse dalle prassi diagnostiche e comportamenti dello stesso completamente diverse in base all’età e al sesso dei pazienti.
Sulla scorta del grave quadro indiziario acquisito sul conto del sanitario, la Procura di Torre Annunziata aveva richiesto l’applicazione di una misura coercitiva.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, pur condividendo il compendio indiziario in ordine a sette episodi di abusi sessuali e le correlate esigenze cautelari di prevenzione, ha emesso l’ordinanza interdittiva della professione sanitaria.
Nell’interdittiva è evidenziato che “si tratta di fatti seriali commessi con spregiudicatezza e abilità”. Da tali fatti è emerso che l’indagato “considera le sue pazienti come una sorta di personale riserva di caccia sulla quale dar sfogo alle sue pulsioni sessuali”.
Ricordiamo che la ordinanza eseguita è un misura cautelare emessa in sede di indagini preliminari. Contro di essa sono ammesse impugnazioni. Il destinatario è una persona sottoposta ad indagini e quindi presunta innocente fino ad una sentenza definitiva.
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