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Yoshi. Cronache di Vendetta di Giuseppe Caputo

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Yoshi

Yoshi. Cronache di Vendetta è un romanzo che racconta le affinità tra la camorra napoletana e la yakuza giapponese

Titolo: Yoshi. Cronache di Vendetta
Autore: Beppe Caputo
Pagine: 162
Prezzo: 14,25 €

È disponibile in libreria e online il primo emozionante romanzo di Beppe Caputo, “Yoshi, Cronache di Vendetta”. Un romanzo che racconta in modo diretto le affinità tra la camorra napoletana e la Yakuza giapponese, rendendole fruibili e perfettamente comprensibili anche per chi non ha mai approfondito l’uno o l’altro tema.

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Le storie degli antichi eroi come Saito Musashibo Benkei, presente nel romanzo, le antiche storie dei monaci Zen, gli insegnamenti filosofici, il Karma, fanno da sfondo a questo romanzo che cerca di unire, fondere e far incontrare due culture molto lontane, quella appunto giapponese e quella partenopea, quindi da questa idea nascono i parallelismi tra il Vesuvio e il monte Fuji , tra gli antichi miti come quelli del monaco Daruma e il mito del piccolo monacello, il parallelo tra la Yakuza giapponese e la camorra napoletana”

Il pretesto narrativo

Un libro che si legge appena in qualche ora, sia per la sua brevità, ma soprattutto per le grandi capacità narrative di Beppe Caputo, il quale merito primario, sicuramente, è quello di tenere insieme in un parallelismo costruito tra il passato e il presente, due culture che apparentemente non hanno nulla in comune. L’origine del desiderio di scriverlo è presto dichiarata nell’introduzione del romanzo, ma Yoshi non si classifica semplicemente come una trattazione piuttosto fedele di una realtà giapponese: diventa invece una narrazione di ampio respiro, dove i sentimenti, il rapporto tra un padrone e il suo cane, riescono a commuovere il lettore fin da quando Leonardo, il protagonista, si trova a dover colpire il nuovo amico con un bastone per accontentare le assurde e violente pretese di un suo lontano parente.

Nelle parentele originali di Leo, ventottenne rimasto orfano di genitori, infatti, esistono legami tanto pericolosi quanto imprescindibili: primo tra tutti quelli con la camorra napoletana, da parte del ramo materno. Il fratello di sua madre, infatti, Antonio Cuomo è il responsabile della morte dei suoi genitori, ma è anche uno dei principali intermediari con la Yakuza giapponese.

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L’esordio della vicenda

Ma proviamo a fare un passo indietro, così come Caputo ci abitua nella sua intricata narrazione che spazia tra tempi e luoghi del Giappone e dell’Italia. Torniamo al momento in cui Leo, abbandonata l’Italia raggiunge le terre giapponesi e apprende l’arte e la filosofia zen del Monaco Jubei, perché lì sarà il punto cruciale davanti a cui l’animo di Leo sempre sarà costretto a trovarsi diviso, tra un’ambizione di seguire quegli insegnamenti, di vivere rettamente e nell’ottica di un bene morale riconoscibile, e quella di non mancare ai precetti e ai comandi della Yakuza giapponese.

Dopo vent’anni trascorsi a commettere crimini che invero non vorrebbe compiere, però, Leo viene richiamato dalla sua terra natia. Ha una sola missione: trovare suo zio Antonio e vendicare l’ingiusta morte inflitta ai suoi genitori. Ma che cosa si nasconde dietro le ragioni di quel crimine il lettore potrà scoprirlo solo procedendo con l’evoluzione del racconto.

Tra i sentimenti viscerali e le leggende giapponesi

Con uno stile asciutto e ricco di echi e richiami non solo alle leggende giapponesi, ma anche a quelle partenopee, Beppe Caputo si è reso autore di un’opera che conquisterà i lettori. Un’opera che fa riflettere profondamente, perché se da un lato sono raccontate le atroci vicissitudini della Yakuza giapponese, dall’altro i sentimenti provati da Leo si imprimono sulla carta.

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Estramemente commovente, in tal senso, è per esempio il rapporto che lega il ventottenne con il suo fidato amico, l’unico individuo di cui in fondo si fida, il suo cane di razza Akita, Yoshi, che gli è stato regalato proprio da colui che diventerà il suo genitore adottivo, il carismatico Kenzo Yagamuchi, uomo di grande saggezza e acuto osservatore del bushido – con un’infanzia in qualche modo affine a quella del giovane Leo. Ampio spazio viene inoltre offerto alle leggende giapponesi, alla storia secolare dei Templari, alla filosofia del Karma e a quella buddista; ma anche agli insegnamenti di Bodhidharma e alla leggenda legata al Monaco Daruma, vissuto tra il 470 e il 543 d.C. e fondatore dello zen che sarà in grado di guidare Leo per il resto della sua vita. Una vita divisa tra la volontà di essere uno spietato criminale e quella di un individuo che si appella alla propria coscienza, animato da sentimenti alti e purezza d’animo. Ma come possano convivere questi due sentimenti così distanti tra loro, Caputo lo rappresenta perfettamente con le contraddizioni interne del protagonista. Poiché dietro questo romanzo si nasconde un intimo messaggio, quello di voler concedere l’ultimo riscatto possibile all’anima pura di Leonardo, che non ha avuto scelta e ha dovuto vivere in quel mondo fatto di violenza e atrocità, sempre in lotta con il proprio io.

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