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Sociale, Tiso(Accademia IC): “Cohousing in Italia, vivere insieme per vivere meglio” 

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Tiso: «Il cohousing è un’alternativa concreta alla crisi dell’abitare: un modello che unisce autonomia, sostenibilità e comunità».

Negli ultimi anni, il termine cohousing è entrato con sempre maggiore frequenza nel dibattito pubblico legato all’abitare. Si tratta di un modello residenziale nato in Nord Europa negli anni ’60, oggi diffuso in tutto il pianeta, che fornisce una risposta concreta ai bisogni contemporanei: qualità della vita, sostenibilità, comunità e condivisione.

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Tecnicamente parlando, il cohousing è una forma di abitare collaborativo in cui un gruppo di persone sceglie di vivere in un insieme di abitazioni private integrate da spazi comuni progettati, utilizzati e gestiti collettivamente. Non si tratta di una comune né di un condominio tradizionale: ogni nucleo mantiene la propria autonomia, ma partecipa attivamente alla vita comunitaria. Perché si sceglie il cohousing? Le motivazioni sono varie e spesso interconnesse: supporto reciproco, riduzione dei costi, sostenibilità ambientale, qualità della quotidianità.

Insomma, in un’epoca in cui si parla di crisi dell’abitare, costi esorbitanti di una casa e fragilità relazionali, il cohousing rappresenta certamente un’alternativa concreta. Non è solamente un modello abitativo ma un vero e proprio esperimento culturale: una scelta che mette al centro partecipazione, cura e comunità.

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Per questo, sempre più città stanno includendo il cohousing nelle loro politiche urbanistiche, promuovendo ambienti in cui non si viva soltanto “vicini”, ma letteralmente insieme. Serve andare avanti e implementare questa strada”.

Così, in una nota stampa, Carmela Tiso, portavoce nazionale Accademia Iniziativa Comune e presidente della associazione Bandiera Bianca. 

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