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Ia, Avv. Spinapolice: l’ingresso dell’IA nel parlamento è un gesto simbolico e pericoloso

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Ia, Spinapolice: Ancora manca un tessuto culturale, etico e giuridico

A margine dell’articolo uscito su Wired circa il primato tutto italiano nell’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle istituzioni parlamentari, credo siano opportune alcune riflessioni di merito. L’ingresso dell’IA nel nostro Parlamento è un segnale importante, ma appare ancora più come un gesto simbolico che un autentico cambio di paradigma. Manca un impianto organico, manca quel tessuto culturale, etico e giuridico capace di sostenere una trasformazione tanto delicata senza snaturare il rapporto tra uomo e tecnologia“, è quanto ha dichiarato in una nota Giovanni Spinapolice Avvocato esperto di diritto IA.

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“Diffidare dei facili entusiasmi è indispensabile” prosegue. “Correre per essere i primi a introdurre l’IA nelle istituzioni, senza preoccuparsi prima di come orientarla e governarla, è un rischio concreto. Paradossalmente -avverte Spinapolice-questa fretta di mostrarsi ‘avanti’ rischia di renderci più vulnerabili, esponendoci a contraccolpi che potrebbero perfino farci arretrare. Senza una preparazione culturale adeguata, senza la capacità di interrogare l’IA con senso critico e senza operatori formati a vigilare sui suoi limiti e sulle sue reali potenzialità, finiremo per costruire sistemi fragili, facilmente manipolabili e incapaci di correggersi”.

Secondo l’Avvocato esperto di IA “non basta introdurre algoritmi nel Parlamento, nella giustizia o nella scuola per potersi dire moderni. Senza un solido presidio etico, proprio questi luoghi rischiano di diventare varchi vulnerabili, soggetti a manipolazioni o concentrabili nelle mani di pochi. Il pericolo è duplice: un potere occulto che agisce dall’esterno o un algoritmo che, evolvendo senza guida, finisce per sostituire la coscienza collettiva con logiche che non ci appartengono.

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Serve un nuovo sguardo-sottolinea- capace di legare la tecnologia alla dignità, alla libertà e alla creatività dell’uomo. È questa la sfida che pone l’Etica Evolutiva Universale: fare dell’IA un alleato consapevole della nostra evoluzione, non un meccanismo cieco destinato a guidarla al posto nostro. Solo allora potremo davvero dirci pronti a correre insieme verso una crescita che sia, allo stesso tempo, tecnologica e profondamente umana”, conclude la nota di Giovanni Spinapolice.

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