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Ultima Generazione: Torino, Boicotaggio contro Carrefour
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Ultima Generazione si unisce a BDS nel boicottaggio del Carrefour. Contro la complicità con Israele e lo strapotere della grande distribuzione
24 maggio 2025 – Oggi pomeriggio, un gruppo di cittadini aderenti alla campagna Il Giusto Prezzo di Ultima Generazione, con persone aderenti al movimento BDS, ha partecipato a un’azione presso il Carrefour in corso Montecucco. Dopo aver fatto la spesa normalmente, hanno bloccato simbolicamente le casse, sventolando bandiere palestinesi, reggendo uno striscione con scritto “Contro ecocidio e genocidio blocca Carrefour” e mostrando banner con la scritta “Il Giusto Prezzo”, per evidenziare la complicità della multinazionale francese con aziende israeliane coinvolte nell’occupazione dei territori palestinesi.
Quella in atto a Gaza e in Cisgiordania non è solo quindi semplicemente la violazioni dei diritti umani, una strategia deliberata di eliminazione del popolo palestinese, portata avanti attraverso attacchi militari, occupazione, regime di apartheid e l’uso della fame come arma di guerra. L’azione ha inoltre voluto segnalare l’aumento insostenibile dei prezzi alimentari, reso possibile dallo sfruttamento dei lavoratori e dalla logica speculativa su cui si fonda il sistema della grande distribuzione organizzata.
In questi giorni, mentre le conseguenze delle politiche di usare la fame come arma, promosse dal governo Netanyahu, si rivelano indescrivibili a parole, è fondamentale prendere posizione contro qualsiasi azienda che collabori con Israele.
L’azione è stata compiuta insieme ad attiviste e attivisti del movimento BDS Italia (Boicotta, Disinvesti, Sanziona), impegnato nel boicottaggio delle aziende complici dell’occupazione israeliana e delle politiche di apartheid contro il popolo palestinese. L’azione unisce la campagna “Il Giusto Prezzo” di Ultima Generazione e la Settimana globale di boicottaggio contro Carrefour, lanciata dal movimento BDS dal 21 al 28 maggio 2025.
Cora, lavoratrice, ha dichiara: “Siamo qui oggi, dentro questo Carrefour, per dire una cosa semplice e chiara: Carrefour è complice del genocidio del popolo palestinese In questi giorni, a Gaza, la fame viene usata come arma. La popolazione è isolata, bombardata, e privata di acqua, cibo e cure. Mentre tutto questo accade, Carrefour continua a fare affari con aziende israeliane coinvolte nell’occupazione e nella colonizzazione dei territori palestinesi.
Perché Carrefour non è neutrale. Collabora con chi costruisce e mantiene insediamenti illegali, che rubano terra, risorse e futuro al popolo palestinese. Fa affari con chi sostiene l’esercito israeliano, lo stesso esercito che oggi affama e uccide a Gaza. Quando facciamo la spesa qui dentro, una parte dei nostri soldi può finire a sostenere tutto questo. E noi non vogliamo essere complici”.
CONTRO CARREFOUR E CONTRO LA GRANDE DISTRIBUZIONE, PER IL GIUSTO PREZZO
Dal 2022 la multinazionale francese ha avviato un franchising con la società israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata Yenon Bitan, entrambe attive nelle colonie israeliane illegali. Sugli scaffali dei punti vendita della Yenon Biten, in territori occupati illegalmente, si trovano prodotti Carrefour; “inoltre – ricorda il movimento BDS – il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente l’esercito di occupazione israeliano nel massacro che si sta svolgendo a Gaza, consegnando razioni alimentari ai suoi soldati. Ciò costituisce un sostegno logistico al genocidio dei palestinesi a Gaza“. Quello di Carrefour è l’estremo di un sistema, quello della grande distribuzione organizzata che è già basato sullo sfruttamento e delle persone e degli ecosistemi; un sistema che da un lato si basa sullo sfruttamento dei lavoratori e, nel caso dei prodotti agro-alimentari – di braccianti e piccoli produttori – con la cronaca che lo ricorda continuamente, dall’altro si arricchisce sempre di più, come indica un recente report dell’area commerciale di Mediobanca. Un settore che chiude il 2024 con 113 miliardi di fatturato (+3% rispetto all’anno precedente) con i margini di guadagno ai massimi dal 2019.
COSA CHIEDIAMO?
PROTEGGERE I RACCOLTI: L’agricoltura italiana sta affrontando una crisi senza precedenti. Siccità, ondate di calore, grandinate e alluvioni devastano i campi, compromettendo raccolti e coltivazioni. Dobbiamo proteggere i raccolti e, per farlo, è necessario promuovere una transizione verso un nuovo sistema agricolo che sia resiliente e sostenibile economicamente ed ecologicamente.
AGGIUSTARE I PREZZI: Il costo degli alimenti nei supermercati sta diventando insostenibile, mentre ai produttori arriva solo una minima parte del prezzo finale. Chiediamo alle Istituzioni di intervenire immediatamente per garantire un giusto prezzo al cibo, equo per chi compra e per chi produce.
FAR PAGARE I RESPONSABILI: Chi rompe paga. Vogliamo che a finanziare questa transizione verso un sistema agricolo più sostenibile non siano le nostre tasse ma siano, piuttosto, gli extraprofitti dei reali responsabili della crisi attuale – la finanza, la GDO, i top manager delle multinazionali del cibo e l’industria del fossile.
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