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Ultima Generazione: Roma, colpiti con manganello al passaggio di Mattarella

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Ultima Generazione: Roma. “La Repubblica e la Costituzione vanno protette da questo governo. Chiedevamo a Mattarella di proteggerci ma non ci siamo riusciti”

Roma, 2 giugno 2024 – Questa mattina, alle ore 9, cinque cittadini aderenti alla campagna Fondo Riparazione di Ultima Generazione, sono stati fermati dalla polizia mentre assistevano in via IV Novembre al passaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mentre erano ancora tra il pubblico al di là delle transenne, sono stati placcati dalla polizia e portati in commissariato. Un poliziotto ha usato il manganello su una persona di Ultima Generazione mentre era già trattenuta a terra da altri agenti.

Massi ha dichiarato: “Siamo venuti a chiedere a Mattarella di proteggerci, e di proteggere la Repubblica perché il governo non lo sta facendo, ma non siamo riusciti ad entrare in strada perché ci hanno bloccato. Questa non è la festa della Repubblica che vogliamo noi. Noi vogliamo la festa di tutti i cittadini, dei contadini che hanno perso tutto, case e raccolti, degli operai che invece continuano a morire di lavoro, dei medici e degli infermieri che sono stati osannati durante la pandemia. Ma oggi in piazza non c’è nessuna di queste categorie. Questa è diventata una festa ipocrita, la democrazia è sempre più in pericolo, il governo non ci sta proteggendo. Noi siamo qua solo per chiedere protezione con un Fondo Riparazione, che possa soccorrere tutte le persone colpite anche in questi giorni, e che lo saranno sempre di più in futuro come ci dice la scienza. Invitiamo tutti il 1 ottobre in Piazza del Popolo”.

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LA REPUBBLICA SIAMO TUTTI NOI

“Qual è la Repubblica che oggi viene celebrata dalle più alte cariche dello Stato? Quella dell’esibizione dei mezzi e dei corpi militari alla parata dei Fori Imperiali, o quella di decine di milioni di cittadini che quotidianamente fanno vivere silenziosamente lo Stato con il loro impegno nella scuola, nella sanità, nell’aiuto alle persone più deboli, nei settori più importanti dell’economia, come l’agricoltura e l’industria? La nostra Costituzione, con i suoi valori e principi fondativi, dice chiaramente che la Repubblica siamo noi, tutti i cittadini, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Ma oggi, come anche negli anni passati, questi cittadini che rappresentano la Costituzione sostanziale, non sfileranno lungo i Fori Imperiali. Dove sono i medici, gli infermieri, esaltati durante la pandemia, e subito abbandonati dal governo che privatizza la sanità pubblica? Dove sono i contadini che da anni lottano contro le siccità, le alluvioni, le multinazionali dell’agrifood? Dove sono gli studenti che dormono nelle tende di fronte alle Università, perché nelle città è impossibile avere un alloggio ad un affitto dignitoso? Dove sono i familiari degli oltre mille operai morti nell’ultimo anno sul posto di lavoro, senza sicurezze e senza controlli? Dove sono i figli di quei migranti che sono nati in Italia, ma ai quali non viene riconosciuto il diritto allo jus soli? Dove sono i parenti delle donne vittime dei femminicidi, per i quali lo Stato continua a non fare nulla?”

I NOSTRI CORPI PER PROTEGGERE LA REPUBBLICA

La Repubblica, con la sua bellissima Costituzione del tutto disattesa, va oggi più che mai protetta. Ma non con le armi e i soldati da un invasore nemico, ma da un governo che quelle armi le produce per fare PIL e per vendere morte in Ucraina e in Palestina, e nei conflitti di altre regioni del pianeta. Un governo che ha abbandonato completamente i suoi cittadini, vittime quotidiane di uno Stato che non investe nella sanità pubblica, nella scuola, nel lavoro sicuro, nella prevenzione geomorfologica, nei diritti delle persone e nel sostegno ai cittadini più fragili. Ecco perché anche oggi con la nostra azione di disobbedienza civile nonviolenta, abbiamo scelto di mettere i nostri corpi a protezione della Repubblica, perché sogniamo e vogliamo un altro 2 giugno, in cui davvero si celebri la festa di tutte le persone che sono la Repubblica Italiana, fondata sull’utilità sociale, la sicurezza, la libertà e la dignità umana. Lo facciamo senza timore dell’oppressione di un governo sempre più autoritario, perché sappiamo che è giusto.

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ABBIAMO BISOGNO DI UN’ALTERNATIVA!

Usiamo la resistenza nonviolenta come primo passo verso un cambiamento di democrazia. La democrazia non può ridursi al momento del voto. Per questo motivo dall’inizio di quest’anno, oltre alle azioni di disobbedienza civile, stiamo organizzando assemblee, gestite con gli strumenti della facilitazione e della comunicazione nonviolenta: momenti in cui le persone possano discutere dei problemi e dei bisogni delle loro comunità, momenti in cui fare e ricreare comunità. Vogliamo che le persone riscoprano il piacere di discutere e parlare tra loro, esercitando l’ascolto e la comprensione reciproca. Chi meglio dei cittadini può conoscere i propri problemi e trovare il modo di affrontarli? Vogliamo che queste assemblee non siano solo “consulti”, ma siano luoghi in cui una comunità possa deliberare. Questa è democrazia.

LA NOSTRA RICHIESTA

La nostra richiesta è di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari.  Per questo continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi.

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