Quantcast
Connettiti con noi

News

Concessioni spiagge. Consiglio di Stato: Stop alle deroghe e subito le gare

Pubblicato

il

stabilimento balneare
Foto di Gábor Adonyi da Pixabay

Concessioni spiagge. Una doccia fredda per i balneari dopo la decisione del Consiglio di Stato. Confermata la scadenza al 31 dicembre 2023

Senz’altro una doccia fredda quella subita dai titolari degli stabilimenti balneari dopo la decisione – presa il 12 marzo scorso ma pubblicata il 30 aprile – della Settima sezione del Consiglio di Stato sulle concessioni balneari.

Il Consiglio di Stato, respingendo l’appello di una società balneare di Rapallo nell’ambito del quale richiedeva l’annullamento di alcune delibere di Giunta del Comune e vedere estesa al 2033 la sua concessione, ha richiamato – nella sentenza 03940/2024, ricercabile sul sito della giustizia amministrativa – i “principi della Corte di Giustizia Ue, 20 aprile 2023, e a tutta la giurisprudenza europea precedente di dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale”.

Pubblicità

Non solo i Giudici della Settima Sezione del Consiglio di Stato hanno anche sottolineato che la “risorsa” spiaggia è “scarsa”.

È chiaro che nella sentenza si sottolinea chiaramente l’obbligo dei comuni a disapplicare le deroghe, confermando di fatto la scadenza delle concessioni al 31 dicembre del 2023.

La sentenza, ancora, contesta la tesi che la risorsa spiaggia non sia affatto scarsa, sostenuta dal governo nella mappatura inviata a Bruxelles e portata a motivo della mancata applicazione della direttiva Bolkenstein.

Pubblicità

Non certo contento il presidente di Federbalneari Italia che commenta così la sentenza: “Siamo sgomenti per l’ennesima sentenza del Consiglio di Stato che non rispetta neppure la legge Draghi sui termini del 2024 in attesa di una riforma del settore balneare ormai attesa né il lavoro richiesto dalla direttiva servizi sulla mappatura che il Governo sta gestendo né tantomeno il negoziato formale con la Commissione Ue per una riforma che riteniamo ormai necessaria per mettere ordine al settore. Contrari ai tribunali che fanno le norme sostituendosi al Parlamento e intervenendo anche sui principi eurounitari. Situazione di caos che il nostro Paese non può certo permettersi a stagione avviata”.

Pubblicità