Cronaca
Esercizio abusiva di professione medica: chiesto rinvio a giudizio per una donna
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7 mesi fail
Esercizio abusiva di professione medica. Avrebbe operato trattamenti di medicina estetica. L’imputata avrebbe presentato agli investigatori titoli risultati falsi
Esercizio abusivo della professione medica. A seguito della chiusura delle indagini preliminari, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento e svolte dai militari della Guardia di Finanza – Compagnia di Ariano Irpino in provincia di Avellino, chiesto al Giudice per l’udienza preliminare “il rinvio a giudizio nei confronti di una donna della provincia di Avellino per i reati di esercizio abusivo della professione medica (art. 348 c.p.), truffa (art. 640 c.p.), formazione di atti falsi (art. 482 c.p. in relazione all’art. 476 c.p.) e false informazioni su qualità personali (art 496 cp)”. A diffondere la notizia una comunicazione della Procura della Repubblica di Benevento.
Le investigazioni sono partite nel novembre 2021, quando nell’ambito di un controllo ispettivo si acclarava che l’imputata operava all’interno di numerosi centri estetici campani. La donna effettuava iniezioni sottocutanee di botulino e di filler, prescrivendo ricette e medicinali senza alcun titolo.
Successive hanno permesso di identificare una vasta rete di clienti della presunta professionista. La donna oltre ai numerosi servizi di medicina estetica, avrebbe effettuato prestazioni come estetista, pubblicizzando l’attività sul suo profilo Facebook, pubblicato post relativi agli interventi di Filler.
Dovrà rispondere anche di truffa perché, senza possedere alcun titolo avrebbe esercitato la professione di medico estetico, effettuando interventi di chirurgia estetica come filler alle labbra, botox e infiltrazioni di acido ialuronico su varie parti del viso. L’imputata sarebbe arrivata a percepire somme quantificate in euro 5.560, 00.
Nel corso dell’attività di perquisizione locale, esibiva alla polizia giudiziaria una pergamena di “Laurea Breve per Docenti di Medicina Estetica”, rilasciata dall’Università di Fisciano. La pergamena, però, risultava falsa data l’inesistenza di una facoltà denominata “Medicina estetica” e la mancata attivazione del predetto corso. Avrebbe inoltre esibito una copia fotostatica di un titolo di studio recante l’intestazione “Università Tor Vergata”, risultato anche esso falso.
Si accertava che la stessa esibiva e poneva in bella vista, sia presso lo studio estetico di casa sua, sia presso lo studio che aveva in Ariano Irpino, titoli di studio e pergamene ritenute false.
Anche nel corso dell’attività investigative, interrogata sulla propria identità, faceva mendaci dichiarazioni ai militari operanti, presentandosi come dottoressa che esercitava la propria attività presso il centro vaccinale di Flumeri.
La destinataria della richiesta di rinvio a giudizio è persona imputata e, quindi, presunta innocente fino a sentenza definitiva.
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