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Esteri

Grazia concessa a Patrik Zaki: ora è un uomo libero

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Di Egyptian Initiative for Personal Rights - https://eipr.org/en/press/2020/02/mansoura-prosecution-sets-hearing-saturday-15th-february-look-leave-appeal-patrick, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=95998713

Grazia concessa a Patrik Zaki: la sua storia è un esempio di coraggio e determinazione nella lotta per i diritti umani.

Concessa la grazia a Patrik Zaki. Il 18 luglio 2023 non è stato certo un giorno di gioia e sollievo per Patrik Zaki, un giovane attivista egiziano. Non lo è stato per i suoi familiari, amici e sostenitori in Italia e in tutto il mondo.

Dopo un’incarcerazione di oltre due anni e mezzo, Patrik Zaki ha subito una condanna a tre anni di reclusione. Non vi erano speranze di appello perché la legge egiziana non lo consente. La sua unica speranza la grazia presidenziale o una riduzione di pena. Oggi la notizia che finalmente ottenuto la grazia, ponendo fine a una lunga battaglia per la sua libertà.

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La storia di Patrik Zaki è diventata un simbolo di speranza e resilienza nella lotta per i diritti umani in Egitto.

Patrik Zaki è nato in Egitto nel 1991 ed è cresciuto in una famiglia di religione Cristiana Copta. Patrik nel 2018 ha sostenuto la campagna elettorale di Khaled Ali, avvocato e attivista politico in difesa dei diritti umani. Poi si ritirò denunciando minacce e arresti dei suoi collaborato.

Patrik nel 2019 si trasferisce in Italia per frequentare presso l’Università di Bologna un master in studi di genere. Lo ha il cinque luglio scorso in video conferenza. Durante il suo periodo di studio in Italia, Patrik ha continuato a monitorare attentamente la situazione politica in Egitto e a esprimere le sue opinioni sulla necessità di una maggiore libertà di espressione nel suo paese natale.

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Proprio i suoi scritti hanno segnato il suo destino. Patrik, infatti, il 7 febbraio 2020, è arrestato all’aeroporto del Cairo al suo ritorno in Egitto per visitare la sua famiglia. Le autorità egiziane lo hanno accusato di diffondere false notizie e di partecipare a attività sovversive. La sua detenzione è caratterizzata da violazioni dei diritti umani, compresi l’interrogatorio sotto tortura e il trattamento disumano.

La battaglia per la libertà: L’arresto di Patrik Zaki ha suscitato indignazione a livello internazionale – Italia in prima linea – con numerose organizzazioni per i diritti umani che hanno richiesto il suo rilascio immediato. Per lui, organizzate campagne di solidarietà, petizioni online e proteste in tutto il mondo per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sua situazione e per esercitare pressione sul governo egiziano affinché mettesse fine alla sua detenzione ingiusta.

Nonostante la pressione internazionale, il processo di Patrik Zaki è iniziato nel giugno 2021, ma caratterizzato da una serie di irregolarità giuridiche. Dal dicembre del 2021, dopo 22 mesi di custodia cautelare in prigione, il tribunale ordina la scarcerazione affermando che potrà rimanere in libertà per tutta la durata del processo, ma non può lasciare l’Egitto. Nei giorni precedenti aveva commentato in maniera positiva l’udienza del 18 luglio 2023, sperando in una assoluzione, ma arriva la doccia fredda. Quello stesso giorno, dopo una lunga attesa, i giudici egiziani condannano Patrick a tre anni di prigione.

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L’opinione pubblica e la politica si sono scatenate in un coro di commenti negativi sulla sentenza di condanna e in molti non speravano di certo in una grazia. Poco fa, invece, il colpo di scena. Le agenzie hanno battuto che Al Sisi ha concesso la grazia allo studioso, a questo punto italiano d’adozione.

La grazia concessa: La concessione della grazia presidenziale a Patrik Zaki ha portato sollievo e felicità a lui e a coloro che hanno lottato per la sua libertà. Una vittoria per i diritti umani e una dimostrazione del potere della mobilitazione internazionale.

Nonostante la sua liberazione, la storia di Patrik Zaki solleva preoccupazioni sui diritti umani in Egitto e sul trattamento riservato agli attivisti e ai difensori dei diritti umani nel paese.

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L’esperienza di Patrik è solo uno dei tanti casi di detenzione ingiusta e violazioni dei diritti umani in Egitto. Non basterà certo questo caso per ricostruire l’immagine dell’Egitto. Gli italiani, infatti, aspettano ancora verità per Giulio Regeni, il giovane ricercatore torturato ed ucciso sempre in Egitto.

La storia di Patrik Zaki è un esempio di coraggio e determinazione nella lotta per i diritti umani. La sua grazia rappresenta certamente una piccola vittoria, ma sottolinea al contempo l’importanza di continuare a sollevare la voce contro le ingiustizie e a difendere i diritti fondamentali delle persone. È fondamentale che la comunità internazionale continui a prestare attenzione alla situazione dei diritti umani in Egitto e a fare pressione per un cambiamento significativo. Solo allora potremo sperare in un futuro in cui gli attivisti come Patrik Zaki non saranno più perseguitati per aver difeso ciò in cui credono.

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