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Cronaca

Sequestrato il “Parco degli Svedesi” a Sessa Aurunca

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Sequestrato il "Parco degli Svedesi"

Sequestrato il noto Parco degli Svedesi. Sequestrata società con sede in Sessa Aurunca e il relativo complesso aziendale

Sequestrato il Parco degli Svedesi a Sessa Aurunca. Questa mattina, i finanzieri del Comando Provinciale di Caserta hanno sottoposto a sequestro preventivo, una società con sede in Sessa Aurunca ed il relativo complesso aziendale, tra cui figura il noto villaggio turistico del litorale domizio denominato “Italy Village” (altrimenti noto come “Parco degli Svedesi”).

Le fiamme gialle hanno eseguito il provvedimento già emesso dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta di questa Procura, confermato nei successivi gradi di impugnazione dalla Cassazione.

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In particolare, dopo che i militari della Guardia di Finanza avevano già sequestrato tutti i beni della società dell’indagato nello scorso mese di gennaio per il reato di autoriciclaggio.

Successive indagini hanno fatto emergere che l’amministratore unico della stessa, stipulando un fittizio contratto di affitto di ramo d’azienda con altra impresa a lui riconducibile, aveva mantenuto la disponibilità, di fatto, del villaggio turistico, continuando a gestirlo.

l’indagato avrebbe posto in essere rapporti societari al solo scopo di privarsi solo formalmente dei beni, pur mantenendone la disponibilità. Tutto ciò secondo quanto scaturito dalle ulteriori analisi dei documenti e dagli accertamenti economico-finanziari, eseguiti anche con l’ausilio di consulenti.

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In particolare, l’indagato ha affidato la gestione del villaggio turistico ad una società apparentemente terza. Il tutto a fronte di un canone annuo di importo totalmente esiguo e sproporzionato rispetto alla potenzialità economica del complesso turistico. Aveva lasciato tutti i relativi costi di gestione e manutenzione, mai pagati, a carico della società proprietaria coinvolta nelle investigazioni. Avrebbe fatto tutto ciò con la sottoscrizione del contratto di affitto di ramo d’azienda a favore di un “prestanome”, percettore del reddito di cittadinanza.

Grazie alla descritta operazione di interposizione fittizia, quindi, l’indagato ha potuto incamerare tutti i proventi derivanti dallo sfruttamento del medesimo senza sostenere alcun costo. Ha aggravato così, conseguentemente, l’esposizione debitoria della società.

Avrebbe quindi incassato pur in pendenza di un provvedimento di sequestro a carico della società proprietaria del complesso turistico.

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