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Ultima Generazione: Meloni cita i santi ma tace sulle armi a Israele, sesto giorno di sciopero della fame
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3 mesi fail

Il vero “coraggio” è riconoscere le responsabilità di Israele e agire
Roma, 25 settembre 2025 – È sorprendente e inquietante constatare come turisti e visitatori possano passeggiare liberamente davanti a Palazzo Montecitorio, mentre le forze dell’ordine rincorrono e portano via di peso le tre donne, sostenute da Ultima Generazione, che si trovano al sesto giorno di sciopero della fame per chiedere al governo Meloni di riconoscere il genocidio in corso a Gaza e di garantire protezione e sicurezza per le persone salpate con le Flotille.
Siamo davvero disposti a vivere in un Paese dove i turisti possono passeggiare davanti alla porta del Parlamento, mentre i cittadini italiani che esercitano pacificamente il diritto di manifestare vengono letteralmente portate via di peso?
«Era proprio necessario mettere a repentaglio l’incolumità di cittadini italiani per portare aiuti a Gaza?» ha chiesto ieri il Ministro Crosetto. La risposta è sì, era necessario. Ma non per gli aiuti — e la Presidente Meloni lo sa benissimo. La Flotilla non nasce per risolvere con poche scatole una catastrofe umanitaria, ma per rompere il silenzio, attirare l’attenzione internazionale e denunciare l’inazione dei governi europei, che da anni scelgono di non agire per non contraddire gli Stati Uniti.
Alina, 36 anni, madre di tre figli, ha dichiarato: “Siamo al sesto giorno di sciopero della fame, e stiamo solo portando qui un cartello e la nostra voce. Questa è stata l’accoglienza, veniamo placcate come se fossimo delle criminali, quando in realtà i veri criminali sono Israele ed i governi che l’appoggiano, incluso quello italiano, perchè ricordiamoci che il nostro è il terzo Paese al mondo che invia armi a Israele. Ricordiamoci poi che queste armi vengono poi utilizzate per bombardare civili, donne e bambini. Chiediamo che venga subito riconosciuto subito il genocidio e che vengano presi di conseguenza i provvedimenti, e che venga garantita delle persone salpate con la Flotilla”.
INDECENTI LE PAROLE DELLA MELONI SULLA FLOTILLA E IPOCRITA IL DISCORSO ALL’ONU
“Se la sono andata a cercare”. E’ questo in fondo il succo della Meloni riguardo l’attacco alle navi della Flotilla. All’Onu non solo conferma l’ipocrita posizione del governo italiano riguardo il riconoscimento dello Stato di Palestina, ma cita, in maniera offensiva anche per chi non è religioso, le parole di Papa Francesco e di San Francesco. La Presidente Meloni, pur richiamandosi a San Francesco e al “coraggio esemplare“, continua a delegittimare la Flotilla riducendola a un atto “ideologico” e rifugiandosi nelle proposte degli Stati Uniti, che non hanno prodotto alcun cambiamento concreto per la popolazione palestinese. Non è un atto ideologico, ma un atto politico di coscienza: oggi il vero coraggio non consiste nel citare i santi, ma nel riconoscere le responsabilità dirette di Israele e nel prendere decisioni reali, non mozioni prive di efficacia. E’ vero, l’Italia è protagonista della “terza guerra mondiale a pezzi” in quanto fornisce ancora armi allo Stato di Israele per compiere il genocidio di Gaza.
BASTA SEPARARE IL BUSINESS DALLA POLITICA: BOICOTTIAMO
Siamo già 55.000 ad aver scelto questa forma di resistenza attiva, unendoci in una mobilitazione che va oltre gli aiuti umanitari – pur necessari – e mira a compiere un atto politico concreto contro il genocidio in corso. Il boicottaggio colpisce direttamente le aziende italiane che continuano a esportare in Israele, scegliendo il profitto invece di assumersi la responsabilità di non essere complici. Continuare a commerciare significa sostenere, anche indirettamente, un sistema di violenza e oppressione: ecco perché la complicità economica non può più essere tollerata.
L’obiettivo è duplice: incidere sugli interessi economici che alimentano l’occupazione e tentare di forzare il blocco navale imposto da Israele – dove a bordo delle barche ci sono anche persone di Ultima Generazione. Gli Stati europei restano legati a interessi militari ed energetici e non intervengono: spetta a noi cittadini agire, anche da casa propria, attraverso il boicottaggio. Come ricorda Francesca Albanese in Quando il mondo dorme: “Il sistema che reprime i Palestinesi è lo stesso a cui apparteniamo noi.” Questo passa attraverso i supermercati, che vendono prodotti coltivati su terre sottratte ai palestinesi, mentre in Italia comprimono i piccoli agricoltori, trasformando la spesa quotidiana in un lusso.
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