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Politica

Presunta violenza sessuale carcere Santa Maria CV: Interrogazione parlamentare di Anna Bilotti

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M5S Anna Bilotti

Dopo la presunta violenza sessuale nel carcere di Santa Maria CV segnalata dalla Garante dei diritti dei detenuti, la deputata M5S Anna Bilotti deposita una interrogazione

Presunta violenza sessuale nel carcere di Santa Maria CV. Condizioni igienico-sanitarie carenti, mancata attivazione di percorsi terapeutici, mancanza di acqua potabile e visite esterne rimandate per assenza di organizzazione. Queste alcune delle criticità segnalate dalla garante delle persone detenute e private della libertà per la provincia di Caserta, Emanuela Belcuore.

Su tali segnalazioni la deputata M5S Anna Bilotti ha presentato proprio ieri un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro della Giustizia e al Ministro della Salute.

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Partendo dalla segnalazione di un presunto caso denunciato di violenza sessuale che si sarebbe consumato il 28 luglio all’interno dell’istituto di Santa Maria Capua Vetere, con un trattamento medico conseguente probabilmente non adeguato, la deputata si dice pronta a battersi per le condizioni dei detenuti, facendosi portavoce delle problematiche e dei disagi che spesso rimangono al “buio” e “inascoltati”.

L’iniziativa parlamentare non rimarrà fine a se stessa e non riguarderà soltanto il caso specifico. Sarà, infatti, occasione anche per continuare ad attenzionare (come fatto fino ad ora) le condizioni all’interno delle carceri. Necessario uno sguardo attento e con la stessa sensibilità affinché a tutti venga garantito pari diritto alle cure e più in generale alla salute.

“Si potrebbe ipotizzare un concorso specifico per gli operatori sanitari da inserire esclusivamente negli istituti penitenziari – ha sottolineato la Garante – con una maggiore attenzione alle figure psichiatriche che hanno proporzionalmente un numero ridotto rispetto ai ristretti. Occorrono più reparti detentivi e centri clinici all’interno delle carceri e un rimpinguamento delle varie figure professionali. Si dovrebbe attuare – inoltre – la telemedicina a pieno regime. Importante non ledere il diritto alla salute del ristretto”.

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