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Peculato a Benevento, sequestro per Consorzio nel settore accoglienza migranti
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3 anni fail
Tre gli indagati, uno è l’amministratore del Consorzio: sequestrati oltre 750 mila euro; in luglio 2021 un altro provvedimento di sequestro per oltre 1 milione di euro
Nel pomeriggio del giorno 8 febbraio, i finanzieri del Comando Provinciale di Benevento – Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria hanno eseguito Decreto di sequestro preventivo – ex art. 321 c.p.p. a seguito di una articolata indagine. Ad emetterlo il Giuidice per le indagini Preliminari del Tribunale di Benevento. A richiedere il provvedimento la locale Procura.
Destinatari della misura tre persone, uno dei quali amministratore di un Consorzio con sede a Benevento. Il Consorzio ha quale oggetto sociale la gestione di centri di accoglienza per migranti ditribuiti in vari territori della provincia di Benevento. Il provvedimento è emesso in relazione al reato di peculato contestato agli indagati.
La misura – emessa all’esito delle indagini coordinate dalla Procura di Benevento e delegate alle Fiamme gialle di Benevento – aveva portato già ad un sequestro nel mese di luglio 2020 ed eseguito il giorno 27. La somma sequestrata – come riporta una nota della Procura – 1.146.602,28 euro.
Tale somma si legge nella nota “ancora da erogare a saldo delle prestazioni operate dal citato consorzio (riconducibile ad uno degli indagati), in quanto profitto del reato di cui all’art. 356 c.p. (frode nelle pubbliche forniture)”. L’ulteriore provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca sarebbe emesso “in ordine ad ulteriori beni nella disponibilità dei suindicati indagati fino alla concorrenza di euro 774.127,49, quale profitto del reato di peculato ad essi ascritto”.
Le indagini hanno permesso di acquisiere elementi ritenuti sufficienti al Gip per emettere il provvedimento di sequesto.
Nello specifico e in ordine all’accertamente si legge nella nota che “l’amministratore e gestore di fatto del Consorzio, struttura – quest’ultima – aggiudicataria dei bandi di gara e delle convenzioni stipulate con la locale Prefettura, si appropriava, sia direttamente che attraverso alcuni congiunti, di ingenti somme di denaro erogate al predetto Consorzio”.
Tali somme – riporta ancora la nota della Procura “venivano utilizzate per sostenere costi non inerenti l’oggetto sociale ma transitavano su conti personali e destinati ad un utilizzo diverso quello consentito dal titolo di erogazione ed impiegate ed in diversi occasioni, per spese personali dell’amministrazione di fatto, avente carattere voluttuario”.
Si ricorsa inoltre che il provvedimento ablatorio è soggetto ad impugnazione. I destinatari, infine, sono persone sottoposte alle indagini da ritenersi innocenti sino a sentenza definitiva.
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