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Esteri

La Guerra in Ucraina: L’escalation di Putin e la risposta della comunità internazionale

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L’escalation del conflitto in Ucraina: nuovi missili americani, il ruolo della Cina e la minaccia di un coinvolgimento maggiore della Corea del Nord mentre la pressione internazionale su Putin cresce.

L’ultimo attacco russo contro l’Ucraina, uno dei più massicci dall’inizio del conflitto, ha scatenato una nuova ondata di preoccupazione internazionale. Oltre 120 missili e 90 droni hanno colpito l’infrastruttura energetica del paese, causando interruzioni massicce di corrente e almeno dieci vittime, tra cui alcune nelle zone occidentali dell’Ucraina.

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La gravità dell’azione, che ha visto anche l’attivazione dei caccia polacchi a scopo precauzionale, dimostra l’intensificarsi delle ostilità mentre Mosca continua la sua offensiva su larga scala.

Questa escalation arriva poche ore dopo l’ennesima dichiarazione di apertura al dialogo da parte di Vladimir Putin, ma la sua condotta sul campo di battaglia sembra contraddire ampiamente le parole del Cremlino. La violenza subita dall’Ucraina è stata devastante e il danno alle infrastrutture energetiche, secondo quanto riferito dal ministro ucraino dell’Energia, Herman Halushchenko, è gravissimo. Le interruzioni di corrente hanno riguardato diverse regioni del paese, con black-out previsti nei giorni a venire, mettendo ulteriormente sotto pressione una nazione già provata dal conflitto.

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L’Escalation Militare: L’autorizzazione degli stati uniti all’ucraina per l’uso dei missili ATACMS

La risposta dell’Occidente, in particolare degli Stati Uniti, si è fatta sentire. Dopo mesi di resistenza, il presidente Joe Biden ha autorizzato l’uso dei missili a lungo raggio ATACMS da parte delle forze ucraine. Questi missili, con una gittata fino a 300 chilometri, permetteranno a Kiev di colpire obiettivi militari russi sul territorio della Federazione Russa, segnando un passo importante nell’intensificazione dell’assistenza militare occidentale.

Secondo fonti statunitensi, i missili ATACMS saranno inizialmente utilizzati contro le truppe russe e nordcoreane nella regione di Kursk, a difesa delle forze ucraine. Nonostante la segretezza che circonda le operazioni militari, le autorità ucraine prevedono di lanciare i primi attacchi nei prossimi giorni. La decisione di Biden non è stata però priva di controversie, nemmeno tra le fila dello stesso partito repubblicano. Richard Grenell, ex ambasciatore USA in Germania e noto sostenitore di Donald Trump, ha definito l’autorizzazione un’ulteriore escalation prima della fine del mandato del presidente uscente.

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Putin ha ripetutamente avvertito che l’uso di armi di questo tipo da parte di Kiev sarebbe stato visto come un atto di “partecipazione diretta” della NATO al conflitto. La nuova mossa americana, quindi, potrebbe rappresentare non solo un cambiamento nelle dinamiche militari sul terreno, ma anche un segnale forte e chiaro a Mosca e ai suoi alleati, come la Corea del Nord, che potrebbero vedere nella crescente cooperazione tra Stati Uniti e Ucraina una minaccia diretta.

Il Ruolo di Xi Jinping e la Cina: nuove pressioni su mosca

In questo contesto, la figura del presidente cinese Xi Jinping assume una rilevanza crescente. La Germania, tramite il cancelliere Olaf Scholz, sta facendo pressione su Pechino affinché eserciti la sua influenza su Mosca per fermare l’escalation. Tuttavia, la Cina non ha mostrato segni di voler moderare il suo supporto a Putin, e recenti rapporti hanno indicato che Pechino potrebbe essere coinvolta indirettamente nel conflitto, con una fabbrica di droni militari che produce equipaggiamento per la Russia. Il caso è stato sollevato dall’Unione Europea, che ha chiesto un’inchiesta approfondita. La situazione si complica ulteriormente con la possibilità che la Cina possa diventare un fornitore di supporto materiale e tecnologico per la Russia, aumentando il rischio di un coinvolgimento ancora maggiore di Pechino.

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L’allarme per la sicurezza nucleare e la minaccia della Corea del Nord

Un altro tema di grande preoccupazione riguarda la sicurezza nucleare. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha lanciato un allarme in seguito agli attacchi russi che hanno colpito infrastrutture critiche e impianti nucleari in Ucraina. Rafael Grossi, direttore dell’AIEA, ha sottolineato che i continui raid sulle centrali e sul territorio ucraino mettono in serio pericolo la sicurezza nucleare, una situazione che potrebbe avere gravi implicazioni per l’intera regione.

Nel frattempo, la crescente cooperazione tra Mosca e Pyongyang è diventata un tema di preoccupazione globale. Fonti informate suggeriscono che la Corea del Nord potrebbe essere pronta a inviare un numero significativo di soldati a sostegno della Russia, qualora l’alleanza tra i due paesi dovesse rafforzarsi ulteriormente. Questo scenario, che potrebbe vedere un aumento del coinvolgimento di potenze non occidentali nel conflitto, prefigura una possibile estensione delle ostilità ben oltre i confini dell’Ucraina.

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Le proteste in occidente e le voci di dissenso in Russia

Mentre i leader mondiali si preparano per il vertice del G20 a Rio, le voci di dissenso continuano a farsi sentire anche in Europa. A Berlino, circa 2.000 attivisti russi in esilio, guidati dalla vedova di Alexei Navalny, Yulia Navalnaya, hanno marciato contro la guerra, esprimendo solidarietà all’Ucraina e chiedendo la fine del regime di Putin. Le manifestazioni sono un segno di come l’opposizione interna alla Russia stia cercando di mobilitarsi contro il governo di Mosca, sebbene la repressione interna rimanga forte e il dissenso venga soffocato con la forza.

Un conflitto sempre più globale

L’intensificarsi del conflitto in Ucraina, con l’ulteriore escalation delle operazioni militari e il coinvolgimento crescente di potenze globali, rende ogni previsione sul futuro della guerra estremamente incerta. Le nuove misure adottate da Washington e l’atteggiamento di Pechino e Pyongyang potrebbero determinare l’andamento della guerra nei prossimi mesi, ma la comunità internazionale è chiamata a fare fronte comune per evitare una spirale di violenza che rischia di coinvolgere sempre più paesi e di compromettere la sicurezza globale.

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In un contesto internazionale già segnato dalla competizione geopolitica, ogni mossa potrebbe avere ripercussioni a livello mondiale. L’auspicio è che il dialogo e la diplomazia possano ancora prevalere, ma la strada da percorrere si fa sempre più stretta.

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