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STOP FINNING: petizione contro la vendita di pinne di squalo

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Pinne di Squalo - Foto di Milla de Millis - https://www.flickr.com/photos/43501803@N00/2156141538 rilasciato sotto licenza creative common

Una vera e propria mattanza di squali quella che si verifica ogni anno, ma i dati tuttavia non sono precisi a causa della pesca illegale

Ogni anno muoiono a causa della pesca circa tra i 63 e i 273 milioni di squali. Non si possono ottenere dati precisi a causa del numero di casi di pesca illegale non denunciati.

Gli squali vengono cacciati prevalentemente per le loro pinne. Quest’ultime vengono raccolte tramite “finning”. Si tratta di una pratica crudele con la quale le pinne vengono tagliate mentre l’animale è ancora in vita, il corpo dello squalo viene rigettato in mare perché la sua carne è inutile.

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Privati delle pinne gli squali affondano, morendo dissanguati o mangiati da altri animali.

Dal 2013, il regolamento “Fins Naturally Attached” vieta lo stoccaggio, il trasbordo e lo sbarco di tutte le pinne di squalo nelle acque e su tutte le navi dell’UE. In questo caso si prevede che le pinne siano ancora attaccate alla carcassa quando la nave arriva in porto. Esse possono essere separate successivamente ed esportate. Pertanto, le pinne possono ancora essere scambiate legalmente in Europa.

Con la petizione STOP FINNING si chiede di estendere il regolamento UE n. 605/2013 anche al commercio di pinne e a ogni forma di commercio di squali e razze nell’UE.

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Entro il 31 gennaio 2022 deve essere raccolto un totale di almeno un milione di firme, e il numero minimo deve essere raggiunto in almeno un quarto degli Stati dell’Unione Europea. Conseguite le firme, la Commissione europea deve pronunciarsi, ed entro tre mesi fornire una risposta.

Auspichiamo tutti che la petizione venga accolta: per firmare  accedere al link e compilare il modulo https://www.stop-finning-eu.org/it/index.html

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