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Torino, Ultima Generazione incatena tre statue per il caso Shahin

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Seconda notte di proteste a Torino: tre statue incatenate dagli attivisti per chiedere attenzione sul caso Shahin, con video e petizione verso 20mila firme

Nuova azione simbolica nella notte dell’8 dicembre

A Torino, nella notte dell’8 dicembre 2025, il gruppo locale di Ultima Generazione ha messo in atto una nuova iniziativa di protesta per chiedere il ritorno di Mohamed Shahin. L’azione arriva a meno di 48 ore dal primo intervento, avvenuto il 6 dicembre, quando gli attivisti avevano affisso un cartello alla statua di Carlo di Robilant. È quanto riporta in una nota il gruppo di attivisti Ultima Generazione.

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Questa volta le statue coinvolte sono state tre:

  • “Eco” di Marc Didou, davanti a Palazzo Nuovo
  • Santa Barbara, all’interno dell’Arco monumentale all’Arma di Artiglieria
  • San Giuseppe Cafasso, rappresentato mentre accompagna un condannato alla forca

Un’azione dal forte valore simbolico

Secondo gli attivisti, la scelta delle statue ha una forte valenza: in particolare la figura di San Giuseppe Cafasso, patrono dei carcerati, è stata richiamata per il suo legame con il tema del conforto ai detenuti e, simbolicamente, con la situazione di Shahin.

In tutti i siti colpiti sono comparsi cartelli con il medesimo messaggio, accompagnati da catene che richiamano l’azione della notte precedente.

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Diffusi i video dell’azione e petizione verso quota 20mila firme

La novità comunicata dal movimento riguarda la presenza di video che documentano l’iniziativa, inseriti nella cartella stampa per rendere più visibile il gesto.

Continua intanto a crescere il sostegno alla petizione promossa dagli attivisti, che sta per raggiungere le 20.000 firme.

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La posizione del movimento sul caso Shahin

Ultima Generazione considera la vicenda di Mohamed Shahin un episodio particolarmente grave. Nel loro comunicato, gli attivisti affermano che il provvedimento adottato nei suoi confronti rappresenterebbe un precedente preoccupante e temono che possa avere implicazioni più ampie sul diritto di manifestare.

Possibili nuove azioni

Le iniziative delle ultime due notti, secondo gli attivisti, potrebbero non essere le ultime. Il gesto delle statue incatenate, ripetuto in più punti della città, vuole mantenere alta l’attenzione sulla vicenda e ribadire la posizione del movimento riguardo alla necessità di un dibattito pubblico sul caso Shahin.

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