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Diseducazione sanitaria alla base degli scontri tra medici e pazienti
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La diseducazione sanitaria risulta una ulteriore causa delle aggressioni che avvengono nei confronti dei medici
Un tema che quasi mai è affrontato con serietà è quello della diseducazione sanitaria. Giusto il concetto della educazione sanitaria che ogni medico di base dovrebbe impartire ai propri pazienti attraverso giuste spiegazioni e confronti pacifici.
Purtroppo non si riesce più a dialogare a causa dei muri insormontabili eretti negli anni dalla sempre maggiore burocrazia a carico dei parte dei medici di base e dalla sempre crescente moda da parte dei pazienti di ritenersi medici di se stessi senza sapere nulla di medicina.
L’educazione sanitaria è, in sintesi, spiegare ai pazienti i loro diritti, ma anche i loro doveri.
Circolo vizioso
Spesso infatti i pazienti avvertono un disturbo, parlano con il vicino di casa o si informano su internet e si recano dallo specialista che ritengono più opportuno per il loro presunto malanno. Da questo momento qui inizia un inizia un percorso vizioso fatto di ricette con esami che lo specialista non emette, piuttosto che certificati medici.
Allora cosa accade? È semplice. Il paziente corre in farmacia, compra ciò che gli occorre poi tutto rimbalza sul medico di famiglia per farsi prescrivere i farmaci per ottenere il rimborso. Il medico di base, tra l’altro, all’oscuro di tutto e rilegato ad un ruolo di scrivano nella migliore delle ipotesi, deve prescrivere i farmaci assumendosi la responsabilità delle cure per una diagnosi fatta da un altro. Quando il medico, nel rispetto della legge, rifiuta le prescrizioni e i certificati scatta la lite, sempre nella migliore delle ipotesi.
Dal canto loro i pazienti, però, lamentano il fatto che sono sempre meno le visite domiciliari che gli studi medici sono sempre colmi di persone la cui maggioranza sono li solo per la prescrizione dei farmaci e tanto altro. Tutto frutto di una esagerata burocrazia, esasperata da un sistema che evidentemente non funziona ancora.
Allora davanti a tale circostanze sarebbe una buona idea fermarsi a riflettere e cercare di innescare un circolo virtuoso.
Circolo virtuoso
Il paziente avverte un disturbo si reca dal suo medico di base che lo visita. In base alla presunta diagnosi gli prescrive delle analisi in base alle quali formulerà una diagnosi e prescriverà una terapia o, in caso di subbio prescriverà la visita da uno specialista. Nel caso riscontrerà problemi di sua competenza, lo specialista dovrà prendere in carico il paziente, fornendogli certificati e prescrizioni per le cure fino a quando non sarà guarito. Tutto ciò, si badi bene, senza ritornare dal medico di base, innescando così un circolo virtuoso, che in altre regioni funziona da oltre 10 anni.
Ciò porterà ad alleggerire gli studi dei medici di base che potranno ritornare a visitare, parlare con i pazienti e anche a visitarli a casa perché avranno più tempo a disposizione.
La dura realtà
Tutto questo però si scontra con una realtà durissima fatta di incomprensioni, omissioni da parte di alcuni medici specialiti e alcune strutture sanitarie. Ancora farmacie che cedono prodotti anche senza la prescrizione medica, laddove obbligatoria. Aggiungiamo, inoltre, le ASL che sembrano non parlare tra loro e tanto altro che porta all’esasperazione i pazienti. In alcuni casi, davanti a problemi seri questi ultimi sono sbattuti avanti e dietro come pacchi. Sono molti infatti che esasperati sfogano la loro frustrazione contro con il proprio medico di base, anche purtroppo, aggredendoli fisicamente.
Proprio su questo argomento torna ad insistere il dottor Salvatore Caiazza, vicesegretario vicario FIMMG ASL Napoli 2 Nord, che parla appunto diseducazione sanitaria. Lo fa attraverso una breve dichiarazione inviata in redazione, individuandone responsabilità.
«La diseducazione sanitaria è frutto di una gestione clientelare, piuttosto che deontologica, dei pazienti da parte di ogni professionista del Sistema Sanitario, dal dirigente ASL, dal medico ospedaliero, specialista ambulatoriale ASL e di medicina generale, all’infermiere e al farmacista». Così esordisce il medico di medicina generale, addossando le colpe ad un sistema clientelare.
«Tale diseducazione può portare ad episodi di violenza a medici e operatori sanitari virtuosi. Le mele marce vanno isolate e denunciate». Conclude Caiazza, invocando fortemente un cambio di rotta al fine di salvaguardare il giusto rapporto tra medico e paziente che devono essere necessariamente dalla stessa parte.
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